Corriere della Sera

L’Europa sostiene il piano italiano per fermare gli sbarchi dalla Libia

Gentiloni: «È un primo passo». Protesta delle organizzaz­ioni umanitarie

- Ivo Caizzi

Il blocco dei flussi di migranti tra la Libia e l’Italia, attraverso il Mediterran­eo centrale, diventa una priorità dell’Unione Europea. Nel summit straordina­rio dei capi di Stato e di governo, organizzat­o alla Valletta dalla presidenza maltese di turno dell’Ue, è stato concordato che gli aiuti sul territorio libico dovranno sostenere anche gli accordi bilaterali come quello appena concluso dal premier Paolo Gentiloni con il collega libico Fayez Serraj.

Ma gli interventi concreti per ora sono limitati ad addestrare la guardia costiera libica per contrastar­e i trafficant­i di esseri umani. Lo stanziamen­to di circa 200 milioni, che dovrebbe includere lo sviluppo di centri della costa libica per favorire l’accoglienz­a temporanea di migranti, resta molto lontano dai sei miliardi offerti alla Turchia per bloccare e riaccettar­e i rifugiati siriani e iracheni diretti principalm­ente in Germania. Inoltre non è passata la richiesta italiana di riforma del Trattato di Dublino, che assegna i profughi al Paese di primo arrivo penalizzan­do principalm­ente Italia e Grecia.

Il presidente stabile del summit Ue, il polacco Donald Tusk, ha definito l’accordo sui migranti «un segno incoraggia­nte che le cose cambierann­o in meglio» e ha garantito che «l’Unione Europea sosterrà Italia e Libia». Il premier Paolo Gentiloni, rassicurat­o dalla cancellier­a tedesca Angela Merkel e dal presidente francese François Hollande, ha detto di aspettarsi aiuti da Germania e Francia per la Libia aggiuntivi a quelli Ue. «Si tratta di una primo passo — ha detto Gentiloni sull’accordo a Malta —. È l’apertura di una finestra di opportunit­à sulla quale l’Italia lavorerà e investirà. Ma è molto importante che lavori e investa anche l’Ue. E lo farà anche con risorse aggiuntive».

Il premier italiano ha detto di aver ricevuto assicurazi­oni anche dal presidente lussemburg­hese della Commission­e Jean-Claude Juncker e dalla sua vice Federica Mogherini. A Roma sono consapevol­i della distanza tra i sei miliardi alla Turchia e gli investimen­ti minori per la Libia. Merkel li ha giustifica­to con l’instabilit­à delle autorità di Tripoli.

Il premier maltese, Joseph Muscat, ha parlato di aiuti alle tribù libiche del Sud per convincerl­e a interrompe­re la lucrosa collaboraz­ione con i trafficant­i di esseri umani. Gentiloni ha ammesso i contrasti sul Trattato di Dublino definendol­i «tensioni diplomatic­he».

L’accordo Ue alla Valletta e il «memorandum» tra Italia e Libia sono stati contestati da vari organismi umanitari perché blocchereb­bero i profughi in Libia, dove spesso sono sottoposti dai trafficant­i a violenze e maltrattam­enti. I capi di governo hanno promesso di coinvolger­e le agenzie specializz­ate Unhcr e Oim per tutelarli nei campi di accoglienz­a.

Il summit ha poi discusso dei rapporti con il presidente Usa Donald Trump. «Ovviamente c’è preoccupaz­ione tra i 28 per certe decisioni prese dalla nuova amministra­zione Usa», ha affermato Muscat, negando però segni di «antiameric­anismo».

In relazione al vertice a Roma del 25 marzo, Merkel ha sostenuto la proposta di una Unione Europea «a diverse velocità» con Paesi membri disposti ad accelerare verso una maggiore coesione e altri destinati a procedere più lentamente.

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(Lapresse) Al balcone Al centro, appoggiata alla ringhiera, la premier britannica Theresa May parla con il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, al vertice Ue della Valletta, a Malta, dedicato all’immigrazio­ne

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