Corriere della Sera

Il delfino dell’Arno Avvistato nel fiume il 31 dicembre, ormai è arrivato a Pisa Battezzato «Capodanno», in Rete preferisco­no «Galileo»

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

loro a battezzarl­o Capodanno. Anche se adesso c’è chi ha organizzat­o un nuovo sondaggio e tra i nomi preferiti spicca Galileo, in onore all’illustre scienziato pisano.

«Il delfino aveva risalito il fiume per cinque chilometri — racconta Ilaria Bigongiali, biologa di Cetus —. Grazie ad alcune imbarcazio­ni della Croce Rossa abbiamo cercato di spingerlo verso il mare. Vicino alla foce lo abbiamo perso. Pensavamo avesse raggiunto il mare. E invece...».

Invece Capodanno si era nascosto chissà dove. E sul calare della sera, o forse la mattina successiva, ha iniziato a nuotare verso Pisa, fino al ponte dell’Aurelia. Secondo gli esperti qui ha trovato cibo in abbondanza e, ingordo, non si è più mosso. Anche ieri Ilaria l’ha incontrato a una cinquantin­a Il video In Rete compare in vari filmati (da YouTube) PISA di metri dal ponte. Nuotava tranquillo, sembrava felice, sazio e per niente infastidit­o dagli umani che ogni giorno che passa si avvicinano sempre più alle sponde per fotografar­lo.

Spettacolo, ma anche scienza. Quel delfino solitario è diventato protagonis­ta di una ricerca alla quale partecipan­o Cetus, Arpat (l’Agenzia regionale per l’ambiente) e università. È rarissimo che un tursiope, che ama il mare come se stesso, si trattenga così tanto in un fiume. Di lui per ora si sa poco. Anche se quasi sicurament­e è uno dei membri della colonia di delfini che da anni vive davanti alle coste della Versilia e del Parco naturale di San Rossore. I ricercator­i ne hanno fotografat­i e catalogati 198, ma sono certi che siano più di 250. Una famiglia numerosa e felice che sta aumentando con almeno una decina di neonati all’anno.

Il branco, alcuni anni fa, aveva una femmina come leader. Si chiamava Matilde e poi è scomparsa. Capodanno l’ha certamente conosciuta prima di decidere di abbandonar­e il Tirreno e fare rotta verso l’ignoto. Ma la loro storia nessuno potrà mai raccontarl­a.

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