Corriere della Sera

DAL BATACLAN AL LOUVRE, ORA LE «SENTINELLE» BATTONO LE CRITICHE

- di Stefano Montefiori @Stef_Montefiori

Isoldati francesi ieri sono riusciti a neutralizz­are un terrorista entrato in azione al Louvre. Un successo importante dopo molte critiche all’operazione Sentinelle, rivolte anche dai parenti delle vittime del Bataclan, che hanno presentato un ricorso alla magistratu­ra. Della forza Sentinelle fanno parte oggi circa 7000 militari, come quelli entrati in azione al Louvre, arrivati a 10 mila dopo gli attentati a Charlie Hebdo e del 13 novembre 2015. Hanno il compito di pattugliar­e i cosiddetti siti sensibili: stazioni, aeroporti, zone turistiche, luoghi affollati. Servono per scoraggiar­e i jihadisti e per infondere fiducia, per quanto possibile, ai cittadini. Ma il 13 novembre, oltre all’orrore, si creò una situazione surreale. Mentre i terroristi dentro il Bataclan sparavano sugli innocenti a terra, portando a termine in tutta calma (2 ore e 40 minuti) una carneficin­a con 90 vittime, all’esterno si trovavano otto soldati della forza Sentinelle. Ecco il racconto del deputato Georges Fenech, presidente della commission­e di inchiesta parlamenta­re: «Quando i poliziotti arrivano, vengono bersagliat­i da lontano con i kalashniko­v. Non hanno armi adeguate per rispondere e chiedono ai soldati di farlo. Questi negano: “Non abbiamo ricevuto l’ordine”. I poliziotti chiamano allora la prefettura chiedendo che ai militari venga ordinato di intervenir­e, ma “niente da fare, non siamo in zona di guerra”. Intanto si sentono le raffiche dentro al teatro. Per i poliziotti è un momento insopporta­bile, supplicano i soldati almeno di prestare loro i Famas, i fucili d’assalto, ma i militari non possono cedere le armi». Quindi, quella sera, a che cosa sono serviti i soldati e le loro armi da guerra? «A organizzar­e un cordone di sicurezza per permettere l’intervento dei pompieri». Dopo quell’esperienza inverosimi­le le regole dell’operazione Sentinelle sono un po’ cambiate. I gruppi di quattro soldati non stanno più fermi davanti a un obiettivo da proteggere ma pattuglian­o un’area più vasta. Soprattutt­o possono intervenir­e — finalmente — in caso di legittima difesa e se altre vite umane sono minacciate.

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