Corriere della Sera

Lenti in vetro ottico L’azienda che sfida i giganti della plastica

Barberini: siamo fra gli ultimi a produrle Macchine e tecnologie, ci siamo costruiti tutto

- Flavia Fiorentino

Leader mondiale nella produzione di lenti in vetro ottico, fornitore dei più noti brand di eyewear, da Luxottica a Safilo e Marcolin, la Barberini di Silvi Marina, 350 dipendenti e un fatturato di 70 milioni di euro, ha creato anche un’innovativa linea di occhiali da sole.

Per l’azienda fondata da Pietro Barberini a Pescara negli anni ‘50 era arrivato il momento di esprimere il lato più glamour del trasparent­e know how ipertecnol­ogico. L’esordio a Mido 2016, con la collezione Big Bang disegnata da Roberto Russo e composta da otto pezzi in materiali diversi, dal metallo alla plastica, all’acetato, con lenti polarizzat­e in 48 varianti di colore ma con un’unica forma a «goccia».

Una scelta strategica che va oltre la semplice produzione di un accessorio. «Non volevamo si pensasse, “ecco, un altro brand di occhiali” e non volevamo che montature più attraenti distoglies­sero l’attenzione dalla cura e qualità della vista, quel concetto di well seeing che racchiude la nostra filosofia», spiega Stefano Fabris, a capo della divisione Eyewear.

Una sfida ambiziosa in un mercato globale che usa la plastica, infinitame­nte meno costosa e con una tecnologia diffusa. «Siamo tra le ultime aziende al mondo a produrre ancora lenti in vetro — aggiunge Gianni Vetrini, ceo di Barberini spa, in azienda da quasi trent’anni — avevamo un concorrent­e agguerrito in Giappone ma ora non ci spaventa più. Ci siamo costruiti in casa i macchinari e li abbiamo brevettati, così come le tecnologie. Oggi i nostri centri di ricerca hanno ridotto gli spessori del vetro e migliorato i processi di tempra per assicurare leggerezza e resistenza all’impatto. Barberini ha progettato i suoi occhiali partendo dalla qualità del vetro, il platinum glass, fuso in forni speciali e Gianni Vetrini, ad dell’azienda. Sotto: Voyager con lenti in Platinum glass; a goccia con lenti polarizzat­e; variante Stardust, lenti polarizzat­e e specchiate raffinato attraverso una colonna di puro platino per ottenere una lente priva di impurità». Nell’ultimo anno la linea eyewear si è arricchita di altri 11 modelli con 72 colori e meno di una settimana fa all’ Opti-Munich in Germania sono state presentate due nuove varianti del modello Voyager in limited edition con lenti specchiate e sfumate e montatura con finiture in pelle.

Le lenti sono prodotte una alla volta e lucidate come se fossero pezzi di acciaio mentre i processi di colorazion­e e polarizzaz­ione consentono di creare occhiali innovativi, sempre più richiesti dai team sportivi, soprattutt­o velici: i toni violaceo-blu enfatizzan­o la schiuma sviluppata dalle increspatu­re del mare e il modello Explorer, ad esempio, grazie a un trattament­o idrofobico respinge l’acqua salata che non si attacca ma scivola via. «Gli occhiali da sole vengono venduti nel mondo puntando sull’estetica, sull’apparenza, non per la protezione che offrono — conclude Vetrini —. Noi proponiamo lenti specializz­ate dove la montatura è come un palcosceni­co per la tecnologia. Non pensiamo di fare concorrenz­a alla plastica sui grandi numeri, per ora abbiamo consegnato la collezione soltanto a 100 negozi ambasciato­ri, i migliori ottici italiani: una nicchia di pregio dove saremo i testimonia­l dei nostri concorrent­i-clienti».

 ??  ?? Ieri e oggi Foto d’epoca della produzione di lenti in vetro. A fianco robot ad alta tecnologia utilizzato dalla Barberini per produrre oggi le lenti
Ieri e oggi Foto d’epoca della produzione di lenti in vetro. A fianco robot ad alta tecnologia utilizzato dalla Barberini per produrre oggi le lenti
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