Corriere della Sera

«Macron è il favorito ma Marine può segnare il trionfo dei populismi»

Il politologo Moïsi: «Elezioni cruciali a livello mondiale»

- S. Mon. @Stef_Montefiori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

PARIGI «Le elezioni francesi diventano decisive a livello mondiale. Dopo la Brexit e la vittoria di Trump in America, la tendenza populista può confermars­i con Marine Le Pen presidente. Se invece vincerà Emmanuel Macron, come io credo sia più probabile, la Francia può diventare un faro di speranza nell’oceano di sconforto occidental­e». Il politologo Dominique Moïsi vede nella sfida tra Marine Le Pen e Emmanuel Macron uno scontro finale tra due opposte visioni del mondo. Il 23 aprile e il 7 maggio si giocherà una partita globale tra nazionalis­mo e società aperta al mondo.

A Lione Marine Le Pen ha messo in parallelo «mondialism­o finanziari­o» e «fondamenta­lismo islamista», a suo dire due facce della stessa minaccia che pende sulla Francia. Che cosa pensa di questo paragone?

«Bisogna capire che sui temi della globalizza­zione il Front National oggi è un po’ l’equivalent­e di quel che un tempo era il partito comunista. Ha un’ideologia anti-capitalist­a molto vicina all’estrema sinistra. I discorsi di Jean-Luc Mélenchon e di Marine Le Pen, sul piano dell’economia e dell’avversione nei confronti del mondo globalizza­to, sono abbastanza vicini».

Nel Front National si dice ci siano due anime, quella che lei ha appena descritto di Marine Le Pen, corrispond­ente al Front National del Nord e l’altra, più tradiziona­le, conservatr­ice e liberista in economia, della nipote Marion Maréchal Le Pen, espression­e del Front National del Sud. È così?

«C’è più un lato da estrema destra classica in Marion Maréchal Le Pen, senza dubbio. E con i peggiori connotati, come il razzismo e una certa forma di antisemiti­smo ancora presente. Il Front National tradiziona­le è Marion Maréchal Le Pen. Il Front National nuovo è Marine Le Pen».

Da anni Marine Le Pen si sforza di svecchiare il partito per prendere il potere. Pensa che stavolta ce la farà?

«Allo stato attuale le probabilit­à di Marine Le Pen di vincere le elezioni presidenzi­ali restano deboli. A meno che nelle ultime settimane prima del voto ci siano una moltiplica­zione di attentati terroristi­ci che facciano diventare la sicurezza la questione assolutame­nte prioritari­a, e a meno che gli scandali sulla corruzione si allarghino e si aggravino. Se si affermasse il clima che già esiste del tous pourris, «i politici sono tutti marci», Marine Le Pen potrebbe trarne vantaggio. Ma in assenza di questi scenari catastrofi­ci, credo che al secondo turno verrà battuta, quale che sia il candidato che avrà di fronte».

Nel comizio di sabato Macron ha insistito su idee, atteggiame­nti e proposte che ne fanno l’anti-Marine Le Pen e l’anti-Trump francese, più di chiunque altro.

«Macron è il candidato della speranza di fronte ai candidati della paura, che sono Marine Le Pen ma anche Jean-Luc Mélenchon

all’estrema sinistra e per certi versi anche François Fillon a destra. Macron può essere la risposta europea all’ascesa dei populismi».

Pensa che Mélenchon e il vincitore delle primarie socialiste Benoît Hamon, magari alleati, abbiano qualche possibilit­à?

«Non credo. Anche se la popolarità di Hamon sta crescendo molto, dubito che questa sinistra possa vincere. E la destra dei Républicai­ns, per tornare in gioco, dovrebbe riuscire nell’impresa di trovare un candidato credibile al posto di Fillon. No, penso che la sfida al ballottagg­io sarà Macron-Le Pen».

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