Corriere della Sera

Weidmann con Draghi: la Bce ora non freni

Oggi a Berlino l’incontro tra il presidente della Banca centrale europea con la cancellier­a Merkel

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Danilo Taino

Un asse Berlino-Francofort­e? Nel senso di un impegno comune di Angela Merkel e Mario Draghi per affrontare il momento più difficile dell’Europa da sessant’anni? Con il sostegno del presidente della Bundesbank Jens Weidmann? Sì: l’incontro di oggi, a Berlino, tra la cancellier­a tedesca e il presidente della Bce fa presagire qualcosa del genere. Tra loro ci sono differenze di opinione: ma al cospetto delle sfide che la Ue e l’eurozona hanno di fronte — Brexit, politiche di Donald Trump, Grecia, spread che si ampliano — non saranno le divergenze sui tassi d’interesse a distrarli dalla necessità di fissare un’àncora nel mare tempestoso dell’Europa.

Un po’ tutti — politici, banchieri, diplomatic­i, economisti, politologi, giornalist­i — oggi vorrebbero essere una mosca sui muri della cancelleri­a berlinese per sentire cosa si diranno Merkel e Draghi. La leader tedesca ha indossato, per quanto in modo riluttante, il mantello di difensore dei valori occidental­i di libertà di mercato e di rispetto delle leggi internazio­nali. Il banchiere centrale ha assunto, forse con meno riluttanza, una dimensione sempre più politica nei suoi interventi pubblici. Sanno che il momento è cruciale. Altre volte si sono incontrati, altre volte hanno gettato le basi per superare crisi, quella del debito europeo e quella della Grecia. Ma mai come questa volta la posta è alta. E politica. L’obbligo di entrambi è coordinare l’azione. Detto con un po’ di enfasi, per salvare l’Europa in un mondo nel disordine.

Nell’intervento al Parlamento europeo di tre giorni fa, Draghi ha sottolinea­to il ruolo della Germania nel tenere unita l’Europa nelle crisi multiple che affronta, soprattutt­o grazie alla sua stabilità. Merkel ha posto all’ordine del giorno il futuro della Ue, ha parlato di diverse velocità d’integrazio­ne europea come strada per non perdere altri partner dopo il Regno Unito. È che la cancellier­a e il banchiere centrale sono, volenti o meno, i due leader che devono condurre l’Europa nei prossimi mesi. Non possono dividersi. Devono convergere sul ruolo che in questo momento è chiesto alla Germania: cercare di dare una prospettiv­a a tutta la Ue.

In questa scia, ieri si è indirizzat­o il presidente della Bundesbank Weidmann, uomo vicinissim­o a Merkel. In un intervento pubblico, ha difeso la politica monetaria voluta da Draghi come non aveva mai fatto, riecheggia­ndo molte delle cose dette in questi mesi dal presidente della Bce. Weidmann ha sostenuto che i tassi d’interesse molto bassi — criticatis­simi in Germania — sono un problema per i risparmiat­ori tedeschi ma hanno anche effetti positivi per creare posti di lavoro e «per le entrate dello Stato». Quando l’economia dell’eurozona crescerà in maniera stabile, «anche i tassi crescerann­o», ha aggiunto. E sulla fine della politica monetaria espansiva della Bce, chiesta da molti in Germania, ha spiegato che non è ancora arrivato il momento di «frenare», meglio limitarsi a ridurre la velocità.

Anche la Bundesbank, cuore dell’establishm­ent tedesco, si è insomma posizionat­a nell’asse Merkel-Draghi. Berlino e Francofort­e scendono in campo.

I tassi bassi sono un problema per i risparmiat­ori tedeschi La politica monetaria della Bce? Non è ancora il momento di frenare

 ??  ??
 ??  ?? Francofort­e Jens Weidmann, presidente della Bundesbank tedesca
Francofort­e Jens Weidmann, presidente della Bundesbank tedesca

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy