Solo penna e biglietti di carta La prudenza di Gentiloni nelle comunicazioni riservate
Da ministro degli Esteri niente posta elettronica, meglio gli sms
Se i pirati informatici russi (e forse anche cinesi) che nella primavera del 2016 hanno messo nel mirino la Farnesina non sono riusciti a carpire informazioni sensibili, è grazie al lavoro del settore cyber del ministero degli Esteri. E anche per la natura dell’attuale premier, descritto dal suo entourage come «un uomo tutto penna e inchiostro».
Anche ora che ha traslocato a Palazzo Chigi, Paolo Gentiloni continua a dialogare via sms ed evita la posta elettronica. Usa lo smartphone come fosse uno dei primi telefoni cellulari e se deve inviare messaggi importanti ai ministri e ai collaboratori, o comunque all’interno del palazzo, preferisce scrivere a mano su un foglio di carta. Un modo un po’ «antico» di comunicare, che fa parte del suo stile e della sua generazione e che, magari involontariamente, ha rafforzato la sicurezza delle informazioni diplomatiche.
L’attacco malware rivelato dal Guardian è stato confermato
Anche sulla protezione informatica di Palazzo Chigi il premier si è detto tranquillo
da fonti del governo e della Farnesina, che però — almeno ufficialmente — assicurano di non avere elementi sull’identità degli hacker e sui possibili mandanti. Il quotidiano britannico scrive che erano russi, ma lo staff di Gentiloni non conferma: «Non abbiamo elementi».
Quando ieri mattina gli hanno portato la rassegna stampa con l’articolo sul tentativo di spionaggio, il capo del governo ha archiviato la pratica con poche battute. «Intanto non sono stato hackerato — ha scherzato con i fedelissimi —. E poi davvero non capisco cosa avrebbero potuto trovare nella mia posta elettronica». Il premier non mostra di nutrire particolari preoccupazioni, anche perché sa che le informazioni criptate non passano certo attraverso le email. Anche riguardo alla sicurezza informatica di Palazzo Chigi il capo del governo ha confidato di sentirsi tranquillo, convinto che il livello di protezione sia «molto alto».
Le intrusioni non miravano solo alla mail di Gentiloni, ma anche alle comunicazioni tra ministero e sedi estere, che in Sanzionata Alisa Shevchenko, a.d. della «Zorsecurity», società informatica russa
Firewall
gergo diplomatico si chiamavano un tempo telegrammi.
Al ministero degli Esteri spiegano che gli agguati hanno colpito le email del personale della Farnesina e delle ambasciate e non il sistema informatico criptato, attraverso cui passano in sostanza le informazioni strategiche più rilevanti.
Fonti vicine alla Farnesina confermano che la vicenda era già nota al governo italiano. Una volta scoperto il primo tentativo di penetrare il sistema, l’architettura online del
La vicenda era già nota al governo: per alcuni giorni i computer andarono a rilento Sospetti
palazzo è stata rafforzata potenziando i firewall, i sistemi di protezione dei computer.
«Sapevamo che prima dell’estate c’era stato un attacco — ricorda il sottosegretario Benedetto Della Vedova —. Per alcuni giorni i pc andarono a rilento, probabilmente mentre i tecnici rafforzavano la sicurezza del sistema». Avevate sospetti sui russi? «No, non credo... Le accuse sugli attacchi hacker contro Hillary Clinton sono venute dopo». Il Guardian non ne parla, eppure alla Farnesina gira voce che un tentativo di arrivare a informazioni sensibili sia partito anche dalla Cina.