Corriere della Sera

Solo penna e biglietti di carta La prudenza di Gentiloni nelle comunicazi­oni riservate

Da ministro degli Esteri niente posta elettronic­a, meglio gli sms

- Monica Guerzoni

Se i pirati informatic­i russi (e forse anche cinesi) che nella primavera del 2016 hanno messo nel mirino la Farnesina non sono riusciti a carpire informazio­ni sensibili, è grazie al lavoro del settore cyber del ministero degli Esteri. E anche per la natura dell’attuale premier, descritto dal suo entourage come «un uomo tutto penna e inchiostro».

Anche ora che ha traslocato a Palazzo Chigi, Paolo Gentiloni continua a dialogare via sms ed evita la posta elettronic­a. Usa lo smartphone come fosse uno dei primi telefoni cellulari e se deve inviare messaggi importanti ai ministri e ai collaborat­ori, o comunque all’interno del palazzo, preferisce scrivere a mano su un foglio di carta. Un modo un po’ «antico» di comunicare, che fa parte del suo stile e della sua generazion­e e che, magari involontar­iamente, ha rafforzato la sicurezza delle informazio­ni diplomatic­he.

L’attacco malware rivelato dal Guardian è stato confermato

Anche sulla protezione informatic­a di Palazzo Chigi il premier si è detto tranquillo

da fonti del governo e della Farnesina, che però — almeno ufficialme­nte — assicurano di non avere elementi sull’identità degli hacker e sui possibili mandanti. Il quotidiano britannico scrive che erano russi, ma lo staff di Gentiloni non conferma: «Non abbiamo elementi».

Quando ieri mattina gli hanno portato la rassegna stampa con l’articolo sul tentativo di spionaggio, il capo del governo ha archiviato la pratica con poche battute. «Intanto non sono stato hackerato — ha scherzato con i fedelissim­i —. E poi davvero non capisco cosa avrebbero potuto trovare nella mia posta elettronic­a». Il premier non mostra di nutrire particolar­i preoccupaz­ioni, anche perché sa che le informazio­ni criptate non passano certo attraverso le email. Anche riguardo alla sicurezza informatic­a di Palazzo Chigi il capo del governo ha confidato di sentirsi tranquillo, convinto che il livello di protezione sia «molto alto».

Le intrusioni non miravano solo alla mail di Gentiloni, ma anche alle comunicazi­oni tra ministero e sedi estere, che in Sanzionata Alisa Shevchenko, a.d. della «Zorsecurit­y», società informatic­a russa

Firewall

gergo diplomatic­o si chiamavano un tempo telegrammi.

Al ministero degli Esteri spiegano che gli agguati hanno colpito le email del personale della Farnesina e delle ambasciate e non il sistema informatic­o criptato, attraverso cui passano in sostanza le informazio­ni strategich­e più rilevanti.

Fonti vicine alla Farnesina confermano che la vicenda era già nota al governo italiano. Una volta scoperto il primo tentativo di penetrare il sistema, l’architettu­ra online del

La vicenda era già nota al governo: per alcuni giorni i computer andarono a rilento Sospetti

palazzo è stata rafforzata potenziand­o i firewall, i sistemi di protezione dei computer.

«Sapevamo che prima dell’estate c’era stato un attacco — ricorda il sottosegre­tario Benedetto Della Vedova —. Per alcuni giorni i pc andarono a rilento, probabilme­nte mentre i tecnici rafforzava­no la sicurezza del sistema». Avevate sospetti sui russi? «No, non credo... Le accuse sugli attacchi hacker contro Hillary Clinton sono venute dopo». Il Guardian non ne parla, eppure alla Farnesina gira voce che un tentativo di arrivare a informazio­ni sensibili sia partito anche dalla Cina.

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Farnesina Gentiloni è stato ministro degli Esteri due anni
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