Corriere della Sera

«Offese sessiste». Sostegno bipartisan a Raggi

Bufera su un titolo di «Libero». Grasso: no agli insulti. Boldrini: piena solidariet­à, è spazzatura La sindaca: offende donne e uomini, chiederò un risarcimen­to. Ma Feltri: perché dovrei scusarmi?

- Mariolina Iossa

«Patata bollente» è il titolone di prima pagina. Occhiello: «La vita agrodolce della Raggi». Parte del sommario: «La sindaca di Roma nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali». Firmato, il direttore di Libero, Vittorio Feltri. Il quale ci ha abituato al suo «politicame­nte scorretto» ma questa volta ha fatto arrabbiare tutti (o quasi). Persino i nemici politici della Raggi e della sua giunta.

Nell’articolo si fa riferiment­o alle — non confermate, scrive Feltri — «relazioni amorose» della sindaca, in particolar­e la liaison con Romeo. «Steno (suo il film «La patata bollente», ndr) aveva più stile, c’è un retropensi­ero che offende non solo me ma tante donne e tanti uomini», replica Raggi: «Voglio svelare un segreto a questi fini intellettu­ali, un sindaco può essere anche donna! Chiederò il risarcimen­to per diffamazio­ne, ringrazio tutti coloro che oggi mi hanno manifestat­o la loro solidariet­à».

Che arriva sin da subito. «Libero sì, ma non di insultare volgarment­e con allusioni oscene. Feltri chieda scusa a Virginia Raggi», scrive su Twitter il presidente del Senato Pietro Grasso. Twitta anche la presidente della Camera La prima cittadina: «Voglio svelare un segreto a questi fini intellettu­ali, un sindaco può essere anche donna» Laura Boldrini: «Piena solidariet­à alla sindaca Virginia Raggi per volgarità sessista del quotidiano Libero. Questo è giornalism­o spazzatura». Quindi la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: «Solidariet­à a Virginia Raggi per l’inaccettab­ile titolo di Libero. Stereotipi e sessismo si combattono anche a partire dal linguaggio». Poi la ministra della Pubblica amministra­zione Marianna Madia: «Sindaca, non perdere tempo con chi non merita. Pensiamo alla Messa per Sant’Egidio, a essere la voce di coloro che non ne hanno».

A quel punto, è una profusione di solidariet­à e indignazio­ne. Ovviamente «schifati» si dicono gli esponenti di M5S, da Beppe Grillo a Di Maio e Di Battista. Ma sdegnato è anche tutto il Pd (le ministre Boschi e Finocchiar­o, Zingaretti, Giachetti), Scelta civica, Ap, Forza Italia (tranne Santanché, che non ci trova nulla di male) e Salvini («Lo trovo scorretto»), che tuttavia polemizza: «Dov’erano sinistra e M5S quando a subire insulti di ogni genere erano donne (e uomini) di una diversa parte politica?».

Feltri replica: «Perché dovrei chiedere scusa? Feci questo stesso titolo nel gennaio 2011, per il caso di Ruby. L’occhiello era: “Silvio rischia grosso”. Il titolo: “La patata bollente”. Allora nessuno ebbe da ridire. E poi la patata bollente c’è eccome a Roma, il doppiosens­o lo attribuisc­e chi legge non chi scrive». Più tardi, vista la pressione mediatica, dice: «Non ho detto né che non intendo né che intendo chiedere scusa».

Boschi Scadere nel sessismo non ha niente a che vedere con il diritto di critica Solidariet­à alla sindaca sperando che si possa ritrovare una giusta misura nel dibattito La polemica

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