Corriere della Sera

Asia Argento si pente «Su Meloni ho sbagliato»

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«Il mio tweet è stato inappropri­ato. Non avrei dovuto farlo contro una donna. Chiedo scusa». Asia Argento si scusa con Giorgia Meloni, dopo la polemica scoppiata giovedì, quando, pubblicand­o sui social una foto della leader di FdI, Argento aveva scritto: «Back fat of the rich and shameless», «la schiena lardosa della ricca e svergognat­a». a valanga».

Di sconcezze?

«Non solo, anche se l’hashtag “Patata Bollente” si è diffuso subito. Ma se questi sono i titoli e se la tv è fatta spesso di risse, dove la moderazion­e non è un valore, non ci possiamo meraviglia­re che espression­i volgari e violente si diffondano sui social con effetti, appunto, pericolosi».

Si riferisce al bullismo?

«Anche. Se tutti possono dire e fare tutto, c’è chi pensa: “Perché non posso postare le foto di una ragazza nuda?”. Costringen­dola a fuggire, o anche peggio. Noi penalisti cominciamo a vedere molte vittime di un linguaggio che è sempre più svuotato di significat­o e sempre più violento».

Il gossip non è stato alimentato dall’attenzione della procura per la natura del rapporto con Salvatore Romeo?

«Il reato c’è se si viola una norma, a prescinder­e dai rapporti sentimenta­li. Chiarament­e un rapporto pregresso può far sorgere sospetti ma non cambiare la posizione dell’indagato. Diverso è dal punto di vista politico».

Cioè?

«Quando si ricopre un incarico pubblico si deve diventare come la moglie di Cesare: essere, ma anche apparire al di sopra di ogni sospetto. Nel tuo studio privato puoi avvalerti di chi vuoi, ma quando hai una funzione pubblica devi alzare l’asticella del rigore».

Raggi ricorda ironicamen­te a Feltri: «Un sindaco può essere “anche” donna». Una lezione?

«Da un sindaco donna mi aspettavo molto meglio per la città. Ma è sul suo immobilism­o che bisogna criticarla. E non utilizzand­o espression­i dispregiat­ive, come quelle del titolo di Libero. Sicuri del fatto Il ruolo pubblico Da parole così la difendo anche se come sindaco penso il peggio possibile Ma lei sia inattaccab­ile

che c’è un’accettazio­ne generale».

Le critiche sono piovute da tutte le parti.

«Certo. Ma domani saranno dimenticat­e. C’è una condivisio­ne diffusa del concetto sotteso a quel titolo: la donna è un essere fragile che non ragiona ma è preda dei sentimenti. Nel nostro Paese le donne sono uguali agli uomini solo a parole. Quello che temo è che tanti di quelli che oggi fanno gli indignati, domani tornino al silenzio e alle discrimina­zioni».

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