Biblioteca devastata e nuovi scontri Bologna, tensione e due arresti. Fedeli: il diritto allo studio non si difende con la violenza
È stata un’altra giornata di tensione quella di ieri per la zona universitaria di Bologna, dopo che due giorni fa la celere aveva fatto irruzione nella biblioteca di Lettere per sgomberarla dai collettivi che l’avevano occupata in protesta contro i tornelli installati all’ingresso e poi da loro divelti. Ieri pomeriggio ottocento studenti e attivisti sono tornati a manifestare e a tentare di «riprendere» via Zamboni, ormai militarizzata. Ma, dopo un corteo per le vie della città, si sono scontrati contro un cordone di poliziotti proprio davanti alla biblioteca sgomberata, ormai chiusa e devastata in seguito agli scontri. Dopo la prima carica, mentre gli attivisti si preparavano a ripartire brandendo i libri in mano al grido «fuori gli sbirri dall’università», un gruppetto di pacifisti si è seduto tra la celere e i manifestanti, chiedendo alla polizia di arretrare. La resistenza passiva, sulle note di Bob Marley, è durata due ore e ha evitato altri scontri.
Un ragazzo e una ragazza che erano nella prima fila dietro lo striscione rinforzato in plexiglas con cui hanno tentato di sfondare il cordone di polizia erano però già stati arrestati per resistenza aggravata. Il corteo a quel punto è tornato indietro per il centro e i viali chiedendo la liberazione dei due studenti e prendendosela con il rettore Francesco Ubertini, che ha chiesto alla polizia di fare irruzione in biblioteca. «L’università deve essere libera e aperta, è la culla del sapere. Rifiutiamo qualsiasi sistema di controllo degli accessi» hanno protestato.
Ma per i fatti di due giorni fa, se gli studenti denunciano l’uso della forza tra i banchi, da più parti ieri è montata l’indignazione contro i collettivi. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha attaccato: «Quando si sfocia nell’illegalità, non si può parlare di difesa del diritto allo studio». Il prorettore vicario Mirko Degli Esposti ha difeso le scelte dell’Ateneo: «Abbiamo aperto le biblioteche fino a mezzanotte e abbiamo bisogno di un controllo all’ingresso. Non dialogheremo con chi vuole fare propri gli spazi». Il sindaco di Bologna Virginio Merola, invece, citando I danni L’interno della biblioteca Marx e il paragone con il ‘77 ha detto: «La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa».
E mentre il leader leghista Matteo Salvini ha bollato gli studenti come «delinquenti», sul sito change.org è partita una petizione contro il collettivo autonomo del Cua, che guida la protesta antitornelli, firmata da più di tremila persone. Ma oggi i collettivi saranno di nuovo in strada con un altro corteo. In piazza La polizia interviene per fermare il corteo di protesta degli attivisti