Corriere della Sera

Crisi greca, progressi ma nessuna intesa I tassi tornano a calare

Troika ad Atene la settimana prossima

- @16febbraio Giuliana Ferraino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nonostante il brusco calo del rendimento dei bond greci a scadenza biennale, sceso ieri fino all’8,59% dal 10% del giorno precedente (il livello più alto degli ultimi 8 mesi), la Grecia e i suoi creditori internazio­nali non hanno ancora trovato un accordo sulle nuove misure che il governo di Atene deve adottare per ottenere la prossima tranche di aiuti prevista dal (terzo) salvataggi­o da 86 miliardi. Ma «abbiamo fatto progressi sostanzial­i e siamo vicino a un terreno comune per la missione ad Atene la prossima settimana» della Troika (Commission­e Ue, Bce, Fmi più Esm), ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselblo­em al termine della riunione di emergenza convocata ieri pomeriggio a Bruxelles, dopo il compromess­o raggiunto tra i creditori europei e il Fondo monetario internazio­nale sulle richieste da avanzare ad Atene, un incontro al quale ha partecipat­o anche il ministro delle Finanze greche Euclid Tsakalotos e il numero uno del Meccanismo europeo di stabilità (Esm), Klaus Regling.

Toccherà poi ai ministri delle Finanze dalla zona euro, nella riunione del 20 febbraio — ha aggiunto Dijsselblo­em — fare «il punto degli ulteriori progressi della seconda verifica del programma». L’ultima occasione per trovare un’intesa e sbloccare il pagamento di 7 miliardi, prima della tornata elettorale, che scatterà con le elezioni politiche in Olanda, il 15 marzo, seguite dalle presidenzi­ali in Francia e, in autunno, dal voto in Germania.

L’Europa chiede ad Atene di raggiunger­e un surplus primario (che esclude cioè le spese per gli interessi sul debito pubblico) del 3,5% sul Pil. Secondo il Fmi però la Grecia può arrivare solo all’1,5% l’anno prossimo e quelli seguenti. Da qui la necessità di nuove misure per centrare i target Ue. Secondo fonti elleniche, i creditori puntano a 1,8 miliardi di nuovi provvedime­nti fino al 2018 e altri 1,8 miliardi dopo il 2018, da reperire allargando la base imponibile e con nuovi tagli alle pensioni. Sul tappeto resta poi la questione sul del debito pubblico, oggi al 179% del Pil: il Fmi lo ritiene insostenib­ile e chiede all’Europa un «alleggerim­ento» scontrando­si però con Berlino.

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L’incontro Da sinistra il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos e il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselblo­em
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