L’attacco di Weidmann «deluso» dalle promesse italiane
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Inaspettatamente duro dal punto di vista politico, difficile da contestare nel merito. Ieri, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha parlato di Italia. E non è stato leggero. Era ad Amburgo, nella sede locale della banca centrale tedesca, per porgere il saluto a un alto funzionario dell’istituzione che in passato fu distaccato a Roma, presso l’ambasciata della Germania, Arno Bäcker. Ne ha approfittato per dire qualcosa sull’economia italiana: «Aspettative deluse». «In un rapporto dell’ambasciata del 2000 — ha detto Weidmann rivolgendosi a Bäcker — lei si chiedeva se il ritmo delle riforme nel Paese sarebbe stato sufficiente per riguadagnare il terreno perduto nella competitività internazionale e per affrontare le sfide economiche del futuro. Il fatto che ancora oggi discutiamo della bassa dinamica di crescita dell’Italia è la risposta alla sua domanda». L’analisi del presidente della Bundesbank è quella difficilmente contestabile che fa ogni economista. Dai primi anni Duemila, «i deficit di bilancio italiani hanno ricominciato a salire e sono rimasti a lungo sopra la soglia del 3%». E l’indebitamento «ha addirittura superato nettamente la soglia del 130% del Pil, dove si trova da anni». Mentre avrebbe dovuto tendere al 60%. Le quasi inesistenti riforme economiche, la mancata riduzione della spesa pubblica anche con tassi d’interesse bassi, la poca stabilità politica hanno spinto il Paese in una situazione nella quale non
Jens Weidmann, 48 anni, presidente della Bundesbank avrebbe dovuto essere, sapendo che l’adesione all’euro alla fine del secolo scorso avrebbe obbligato a diventare efficienti e a migliorare i conti pubblici. E’ difficile sostenere che l’analisi di Weidmann non sia fondata, per quanto spiacevole da sentire. C’è da domandarsi perché abbia voluto, in questo momento, usare il saluto a un funzionario della Bundesbank per dare un calcio, quasi a freddo, negli stinchi all’Italia. Fondamentalmente perché la situazione italiana preoccupa non solo la Bundesbank ma un po’ tutti nella politica e sui mercati. Il rinvio continuo delle riforme economiche allibisce. In termini un po’ brutali, e in forma molto tedesca, Weidmann ha voluto sottolinearlo.
@danilotaino