Banco Bpm fa pulizia. Unipol, utile netto a 535 milioni
I conti 2016. Ubi, cedola di 0,11 euro. Carige, Npl lordi a 7,3 miliardi. Raccolta record per Banca Generali
Probabilmente il governo di centrosinistra in Italia non avrebbe mai immaginato di superare a destra il modello dell’amministrazione americana di George W. Bush. Né un sottosegretario al Tesoro italiano proveniente dal sindacato avrebbe mai pensato che un ex capo azienda di Goldman Sachs, divenuto segretario al Tesoro a Washington, lo avrebbe surclassato nella vigilanza sui bonus ai manager delle banche nazionalizzate. Ma solo un provvedimento complesso come quello del governo di Paolo Gentiloni sulle banche poteva produrre un’inversione di ruoli del genere.
Ci è riuscito questa settimana, quando è passato in prima lettura al Senato il disegno di legge che converte il decreto del 23 dicembre scorso, quello che stanzia venti miliardi per il sistema del credito e getta le basi per il salvataggio del Monte dei Paschi. Quel provvedimento somiglia almeno per un aspetto al Tarp, il «Troubled Asset Relief Program» da 700 miliardi di dollari, che a metà ottobre del 2008 portò all’ingresso in forze del Tesoro Usa nel capitale di tutte le principali banche della nazione. Un mese prima era fallita Lehman Brothers. L’amministrazione Bush mosse quel passo drammatico per mano del segretario al Tesoro Henry Paulson, ex capo di Goldman Sachs, con obiettivi simili a quelli del
La pulizia del portafoglio di Npl pesa sul pro-forma del Banco Bpm, che chiude il 2016 in perdita per 1.610 milioni. Il risultato, che senza le componenti non ricorrenti sarebbe di -939,7 milioni, include l’onere delle rettifiche (pari a 2.958 milioni) legate alla svalutazione dei crediti e al rafforzamento patrimoniale. «Il 2016 è stato per il nuovo gruppo un anno di transizione che ha posto le basi per lo sviluppo economico e patrimoniale — ha detto il Ceo Giuseppe Castagna — . Le priorità sono state il derisking Cartello Da sinistra il russo Alexander Novak, il qatarino Mohammed bin Saleh, il saudita Khalid al-Falih dei crediti deteriorati». II risultato aggregato della gestione operativa delle due banche, al netto delle componenti non ricorrenti, è di 1,6 miliardi. Aumentano le coperture delle sofferenze, pari al 60%, obiettivo del piano al 2019. Il Cet1 raggiunge il 12,3%. Il titolo ha perso il 5,3%.
Unipol ha approvato il preconsuntivo 2016 con un utile netto a 535 milioni, giù del 7,6% sul 2015, quando aveva beneficiato di poste straordinarie dalla gestione finanziaria. Il gruppo guidato da Carlo Cimbri intende cedere immobili per 100 milioni circa. Assieme a UnipolSai (utile netto consolidato a 527 milioni nel 2016 per la controllata assicurativa) staccherà 481 milioni di dividendi. Possibile la creazione di una bad bank per liberare Unipol Banca degli Npl e cederla, rimanendo però nel capitale, in un secondo momento. Unipol (-1,3% in Borsa) prevede di ridurre il flusso di Npl non con cessioni, ma gestendoli in-house.
Perdita da 830 milioni per Ubi Banca (-5,7% in Borsa). Pesa in particolare la contabilizzazione anticipata di tutti gli oneri previsti per il piano industriale (850 milioni circa). Al netto delle poste straordinarie, il 2016 si sarebbe chiuso con un utile di 111,6 milioni, comunque penalizzato rispetto al 2015 da una riduzione significativa dell’apporto della finanza (153,7 milioni da 290,6). Il Cet1 è all’11,22%. Ubi proporrà un dividendo di 11 centesimi per azione.
Carige (-4,7%) ha chiuso il 2016 con perdite nette per 297,3 milioni dopo aver contabilizzato rettifiche di valore sui crediti per 467,9 milioni. Il portafoglio crediti deteriorati lordi è aumentato di 510 milioni toccando 7,3 miliardi.
Banca Generali (+1,8% in Borsa) ha chiuso il 2016 in utile per 155,9 milioni, in calo 23,4% rispetto al 2015 che aveva beneficiato di performance fees in più per 60 milioni. L’istituto guidato da Gian Maria Mossa ha realizzato «il suo migliore risultato di sempre» sul fronte della raccolta netta, pari a 5,7 miliardi (+22%). Il dividendo proposto è di 1,07 euro.