Corriere della Sera

«Nessun regalo dall’Europa»

Morando: contribuir­anno anche le entrate, non è detto che aumenti il prelievo sui carburanti

- Di Enrico Marro

«La flessibili­tà ottenuta da Renzi non è manna dal cielo, ma il frutto di un duro negoziato con la Ue». Il sottosegre­tario Sandro Gozi replica a Mario Monti.

Occhi puntati su Bruxelles, dove alle 11 il commissari­o europeo gli Affari economici Pierre Moscovici presenta le previsioni economiche d’inverno. Il Pil 2016 dell’Italia potrebbe essere ritoccato all’insù (0,9-1%), rispetto allo 0,7% stimato a novembre, e fissato all’1% quest’anno e nel 2018 (rispetto allo 0,9 e 1% di novembre). Variazioni minime che, secondo la commission­e Ue, non modificano la necessità di una manovra correttiva dei conti pubblici, perché il deficit aumenta e il debito è al 133% del Pil. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, scrivendo allo stesso Moscovici e al commissari­o europeo per la Stabilità finanziari­a, Valdis Dombrovski­s, ha assicurato che l’Italia presenterà una manovra di correzione dei conti 2017 pari allo 0,2% del prodotto interno lordo, cioè circa 3,4 miliardi di euro, come chiesto dalla stessa commission­e Ue, pena l’apertura di una procedura per debito eccessivo.

Padoan ha anche dettagliat­o i tempi («al massimo entro la fine di aprile») e la ripartizio­ne della manovrina (tre quarti attraverso l’aumento delle entrate e il resto tagliando la spesa). Il ministro si è spinto anche a scrivere che saranno incrementa­te le accise e lo ha ribadito in Parlamento. Ma qui è sorto un primo problema, perché mezzo Pd, a cominciare dallo stesso Renzi, non vuole assolutame­nte l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti che il ministero dell’Economia stava studiando. E contro questa ipotesi ci sono anche diversi ministri e consiglier­i del premier Gentiloni.

La retromarci­a è cominciata anche nel ministero dell’Economia, con il viceminist­ro Enrico Morando che dice: «Dalle entrate dovrà arrivare una quota significat­iva della correzione, ma non è detto che debba avvenire attraverso un aumento delle accise». E anche il sottosegre­tario Pier Paolo Baretta dice che si possono studiare soluzioni alternativ­e. Le previsioni Ue e il dato sul Pil 2016 che l’Istat darà martedì, se verso l’1%, potrebbero far scendere il conto della manovra di qualche centinaio di milioni. Ma la manovrina andrà comunque fatta e prima di aprile, secondo Bruxelles. Se non salirà l’accisa sui carburanti, il governo potrebbe far leva su quella che colpisce i tabacchi o gli alcolici. E sul taglio di crediti d’imposta e incentivi fiscali marginali.

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