«Nessun regalo dall’Europa»
Morando: contribuiranno anche le entrate, non è detto che aumenti il prelievo sui carburanti
«La flessibilità ottenuta da Renzi non è manna dal cielo, ma il frutto di un duro negoziato con la Ue». Il sottosegretario Sandro Gozi replica a Mario Monti.
Occhi puntati su Bruxelles, dove alle 11 il commissario europeo gli Affari economici Pierre Moscovici presenta le previsioni economiche d’inverno. Il Pil 2016 dell’Italia potrebbe essere ritoccato all’insù (0,9-1%), rispetto allo 0,7% stimato a novembre, e fissato all’1% quest’anno e nel 2018 (rispetto allo 0,9 e 1% di novembre). Variazioni minime che, secondo la commissione Ue, non modificano la necessità di una manovra correttiva dei conti pubblici, perché il deficit aumenta e il debito è al 133% del Pil. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, scrivendo allo stesso Moscovici e al commissario europeo per la Stabilità finanziaria, Valdis Dombrovskis, ha assicurato che l’Italia presenterà una manovra di correzione dei conti 2017 pari allo 0,2% del prodotto interno lordo, cioè circa 3,4 miliardi di euro, come chiesto dalla stessa commissione Ue, pena l’apertura di una procedura per debito eccessivo.
Padoan ha anche dettagliato i tempi («al massimo entro la fine di aprile») e la ripartizione della manovrina (tre quarti attraverso l’aumento delle entrate e il resto tagliando la spesa). Il ministro si è spinto anche a scrivere che saranno incrementate le accise e lo ha ribadito in Parlamento. Ma qui è sorto un primo problema, perché mezzo Pd, a cominciare dallo stesso Renzi, non vuole assolutamente l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti che il ministero dell’Economia stava studiando. E contro questa ipotesi ci sono anche diversi ministri e consiglieri del premier Gentiloni.
La retromarcia è cominciata anche nel ministero dell’Economia, con il viceministro Enrico Morando che dice: «Dalle entrate dovrà arrivare una quota significativa della correzione, ma non è detto che debba avvenire attraverso un aumento delle accise». E anche il sottosegretario Pier Paolo Baretta dice che si possono studiare soluzioni alternative. Le previsioni Ue e il dato sul Pil 2016 che l’Istat darà martedì, se verso l’1%, potrebbero far scendere il conto della manovra di qualche centinaio di milioni. Ma la manovrina andrà comunque fatta e prima di aprile, secondo Bruxelles. Se non salirà l’accisa sui carburanti, il governo potrebbe far leva su quella che colpisce i tabacchi o gli alcolici. E sul taglio di crediti d’imposta e incentivi fiscali marginali.