Corriere della Sera

«La flessibili­tà non è un regalo E sul fronte interno dico no al ritorno dell’ancien régime»

Gozi: le accise? Servono altre soluzioni, le tasse devono diminuire

- Enrico Marro

ROMA L’ex premier Mario Monti, con un’intervista al Corriere, ha rotto gli schemi affermando che la flessibili­tà che il governo Renzi ha ottenuto dalla commission­e europea non è stata una vittoria, ma ha fatto più male che bene ai conti pubblici e all’economia.

«Non è così — replica Sandro Gozi (Pd), 48 anni, sottosegre­tario alle Politiche europee —. Cominciamo col dire che la flessibili­tà ottenuta da Renzi non è una manna dal cielo, ma il frutto di un duro negoziato con la Commission­e europea. E non è servita a dare mance elettorali, ma per fare le riforme struttural­i, dalla pubblica amministra­zione alla concorrenz­a, dalla giustizia al Jobs act, dalla scuola al fisco».

I 19 miliardi di euro di flessibili­tà sono stati usati per spesa corrente e bonus vari anziché per gli investimen­ti, sottolinea Monti.

«Monti dimentica che il governo Renzi ha ottenuto una svolta sulla politica degli investimen­ti in Europa, testimonia­ta dal piano Juncker del quale l’Italia è la principale utilizzatr­ice, con 12 miliardi di euro finora. Forse Monti avrebbe preferito un approccio più rigorista, che però non avrebbe giovato agli italiani».

Fatto sta, secondo, l’ex premier, che l’Italia ha perso credibilit­à. Sono anni che promette la riduzione del debito, che invece aumenta.

«È stupefacen­te che oggi si lamenti di ciò chi come Monti ha votato No al referendum sulla riforma della Costituzio­ne. Sapevamo benissimo che con la vittoria del No l’Italia sarebbe entrata in una fase di incertezza politica. Il governo Renzi, a proposito di credibilit­à, ha fatto scendere le infrazioni europee verso l’Italia da 119 a 70 e le frodi sui fondi comunitari del 62%. Nessuno ha fatto meglio di noi».

Rischiamo però l’apertura della procedura d’infrazione. Tanto che il ministro Padoan, sta preparando la manovrina chiesta da Bruxelles.

«Direi di farla finita con queste drammatizz­azioni sul negoziato con la Commission­e europea e sulla eventuale procedura. Non mi sembra che la Francia abbia subìto una diminuzion­e della sua sovranità dopo la procedura. È vero che noi dobbiamo ridurre il debito, ma le misure che prenderemo non devono incidere su crescita e potere d’acquisto».

Quindi è contrario all’aumento delle accise?

«Penso si debba proseguire sulla via della diminuzion­e delle tasse e spero quindi si possano trovare altre misure».

Torniamo a Monti. Flessibili­tà e bonus non sono serviti neppure a farvi guadagnare consensi, osserva.

«Il modo in cui Renzi si è mosso in Europa è la cosa che gli italiani hanno apprezzato di più. Ha ottenuto la flessibili­tà e ha chiesto all’Europa di uscire dallo status quo. Abbiamo presentato proposte importanti: per un nuovo governo dell’euro; per una politica degli investimen­ti; per un sussidio europeo di disoccupaz­ione. E abbiamo posto il tema del Fiscal compact da rivedere. Ma vorrei dire a Monti che accanto a queste abbiamo messo in campo proposte che toccano valori e visione politica dell’Europa: dallo stato di diritto in Paesi come la Polonia al fatto che ora la questione libica è riconosciu­ta come un problema che riguarda l’Unione».

Unione che sembra disgregars­i. Merkel ha già in mente l’Europa a più velocità.

«Anche questo è un tema che abbiamo proposto noi, non è un’invenzione della Cancellier­a. I Paesi che hanno una più forte volontà, e l’Italia è tra questi, devono andare avanti nel processo di integrazio­ne. L’Italia ha le caratteris­tiche per stare nel gruppo di testa».

Anche se viviamo questa instabilit­à politica? Non si sa neppure se Renzi si dimetterà da segretario del Pd.

«Vediamo cosa dirà nella direzione del Pd. Penso che non si possa andare avanti con questo stillicidi­o di richieste della minoranza, che una volta vuole il congresso, una volta le primarie, una volta non si sa cosa. Basta con questo gioco al massacro su Renzi».

Voto subito o nel 2018?

«Credo che prima sia necessario fare la legge elettorale, Non mi rassegno a questa deriva proporzion­alistica».

Senta, ammesso che gli italiani, come dice lei, abbiano apprezzato l’azione di Renzi in Europa, avrete pur sbagliato qualcosa se il rottamator­e rischia di essere rottamato.

«Sì, c’è una grande voglia di restaurazi­one. Contro questo ritorno all’ancien régime dobbiamo batterci, ma riflettere anche sugli errori fatti. In particolar­e, dobbiamo riconnette­rci col mondo giovanile».

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L’intervista a Monti ieri sul Corriere
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Europa Sandro Gozi sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei

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