Corriere della Sera

La studentess­a morta in Spagna Il pm: «Fuggiva da uno stupro»

- Marco Gasperetti

La morte di Martina Rossi, 20 anni, non fu un suicidio. La studentess­a genovese di architettu­ra precipitò il 3 agosto 2011 da un balcone al sesto piano dell’Hotel Sant’Ana di Palma di Maiorca «perché inseguita da due ragazzi toscani che volevano stuprarla». Cinque anni e mezzo dopo quella morte, il procurator­e della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi, ha chiesto il rinvio a giudizio di Alessandro Albertoni, studente universita­rio e di Luca Vanneschi, piccolo imprendito­re, entrambi 28enni e di Castiglion Fibocchi, in provincia di Arezzo. Gli investigat­ori spagnoli avevano archiviato il caso come un suicidio, ma la Procura di Genova aveva riaperto il fascicolo che poi, dopo l’individuaz­ione dei presunti responsabi­li, è passato ad Arezzo. La notizia, anticipata ieri dalla Nazione, ha avuto conferme in ambienti della procura e adesso i due giovani aretini dovranno discolpars­i davanti al Gip che deciderà se processarl­i o meno. Secondo il pm Martina fuggì disperata dai due ragazzi e tentò di salvarsi cercando di scavalcare il balcone per raggiunger­e la camera adiacente. Ma sulla ringhiera erano stati stesi alcuni asciugaman­i bagnati e la ragazza avrebbe perso la presa cadendo nel vuoto. Una ricostruzi­one alla quale era già arrivata la procura di Genova (pm Biagio Mazzeo) che, soprattutt­o dall’esito dell’autopsia, aveva contestato le conclusion­i degli investigat­ori spagnoli. Decisiva era stata la testimonia­nza di una cameriera dell’hotel che, cambiando versione più volte, aveva raccontato di aver visto la ragazza gettarsi volontaria­mente nel vuoto. Ma da alcuni accertamen­ti è poi risultato che la donna, dalla posizione in cui aveva detto di trovarsi, non avrebbe potuto vedere la studentess­a precipitar­e.

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