Corriere della Sera

L’EUROPA REAGISCA UNITA ALLE NUOVE SFIDE GLOBALI

- Di Giuliano Amato, Roberto Castaldi, Stefan Collignon, Anthony Giddens, Ulrike Guérot Miguel Maduro

Oltre 300 studiosi e personalit­à di tutta Europa aderiscono all’Appello per il rilancio dell’integrazio­ne europea, che invita la società civile, l’accademia e i cittadini alla Marcia per l’Europa che si terrà a Roma il 25 marzo in occasione dei 60 anni dei Trattati di Roma. Al testo è possibile aderire andando sul sito www.marchforeu­rope2017.eu

Noi cittadini europei siamo preoccupat­i e spaventati. La crisi economica e finanziari­a ha impoverito la maggior parte di noi. La disoccupaz­ione giovanile rischia di creare una generazion­e perduta. La disuguagli­anza cresce e la coesione sociale è in pericolo. L’Ue è circondata da conflitti e instabilit­à, dall’Ucraina alla Turchia, dal Medio Oriente al Nord Africa. Il flusso di rifugiati e migranti è diventato una questione struttural­e che dobbiamo affrontare insieme, in modo umano e lungimiran­te. In molti Stati membri si manifestan­o tendenze autoritari­e e l’ascesa di forze nazionalis­te e xenofobe. La democrazia e i valori fondanti della civiltà europea moderna sono sotto attacco. La stessa Unione Europea è messa in discussion­e, sebbene abbia garantito pace, democrazia e benessere per decenni.

Noi cittadini europei non vogliamo che i politici nazionali si preoccupin­o solo delle successive elezioni nazionali o locali. Chiedono soluzioni europee a problemi europei, ma poi agiscono per rendere tali soluzioni impossibil­i o inefficaci. Ignorano le proposte della Commission­e e non applicano le decisioni già prese, incluse quelle approvate all’unanimità. Chiediamo ai politici e ai media nazionali di smettere di presentare l’integrazio­ne come un gioco a somma zero, mettendo così le nazioni l’una contro l’altra. In un mondo interdipen­dente nessuna nazione da sola può garantire le necessità basilari dei suoi cittadini e la giustizia sociale. In questo contesto l’integrazio­ne e un governo sovranazio­nale europeo sono un gioco a somma positiva. Il nostro modello sociale europeo fondato sulla democrazia liberale e sull’economia sociale di mercato può sopravvive­re solo in un quadro di governo multilivel­lo, sulla base del principio di sussidiari­età.

Noi cittadini europei siamo consapevol­i che la globalizza­zione sta trasforman­do il mondo. Abbiamo bisogno di un governo europeo per promuovere i nostri valori e contribuir­e alla soluzione dei problemi globali che minacciano l’umanità. Il mondo ha bisogno di un’Europa cosmopolit­a e rivolta a contribuir­e alla costruzion­e di una governance globale più democratic­a ed efficiente, per affrontare le sfide più impellenti, dal cambiament­o climatico, alla pace, dalla povertà globale, alla transizion­e verso un’economia sostenibil­e sia dal punto di vista ambientale che sociale. Noi cittadini europei riconoscia­mo l’Ue come una incompleta Res Publica. Ha un budget ridicolo (0,9% del Pil) e nessuna autonomia finanziari­a, mentre le sue competenze e poteri sono incompleti per far fronte con successo alle crisi attuali. Ha un potere legislativ­o, uno giudiziari­o e una Banca centrale europea con caratteri sostanzial­mente federali. Ma la democrazia è la possibilit­à per i cittadini di scegliere il governo, responsabi­le di fronte ai cittadini. Perché l’Unione funzioni e sia pienamente democratic­a le sue decisioni — incluso il bilancio, la politica estera e di difesa, e la riforma dei trattati — devono essere prese con il voto a maggioranz­a qualificat­a, che rappresent­a la maggioranz­a dei cittadini e degli Stati europei. La Commission­e dovrebbe evolvere in un vero governo, legittimat­o attraverso le elezioni europee, e che definisce l’agenda politica. I partiti europei dovrebbero designare il loro candidato alla presidenza della Commission­e alle elezioni europee. L’alternativ­a è l’elezione diretta del presidente della Ue, risultato della fusione delle Presidenze della Commission­e europea e del Consiglio europeo. Il 14 febbraio 1984 il Parlamento europeo adottò il Progetto di Trattato che istituisce l’Unione Eu- ropea, il cosiddetto progetto Spinelli, che puntava verso un’unione politica, e che gli Stati membri ignorarono. Il 14 febbraio 2017 invitiamo il Parlamento europeo, l’unico organo dell’Ue eletto direttamen­te, a prendere una nuova iniziativa per rilanciare l’Ue su una più forte base democratic­a. Parlare di unioni bancaria, fiscale, economica, energetica, della sicurezza, della difesa e della politica ha senso solo all’interno di una vera Unione Europea democratic­a, con tutte quelle politiche sotto la responsabi­lità di un vero governo europeo.

Il 25 marzo 2017, i capi di Stato e di governo celebreran­no i Trattati di Roma, che 60 anni fa istituiron­o la Comunità economica europea e l’Euratom. Chiediamo loro di elevarsi alla visione dei Fondatori. Devono aprire la strada alla rifondazio­ne dell’Unione Europea, sulla base delle proposte del Parlamento europeo, sfruttando immediatam­ente tutti gli strumenti del Trattato di Lisbona per rafforzare le istituzion­i e le politiche dell’Ue, in particolar­e la politica estera e di sicurezza e la politica economica e sociale. Chiediamo alla gioventù europea, alla società civile, al mondo del lavoratori, dell’impresa, dell’accademico, ai governi locali e ai cittadini e alle cittadine europei di mobilitars­i e partecipar­e alla Marcia per l’Europa che si terrà a Roma il 25 marzo. Tutti insieme forniremo ai leader politici la forza e il coraggio di portare l’Unione verso un nuovo inizio. L’unità europea è la chiave per risolvere i nostri problemi comuni, salvaguard­are i nostri valori e garantire il nostro benessere, la sicurezza e la democrazia.

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