Corriere della Sera

La ministra nemica e il sessismo scordato

- Di Pierluigi Battista

Allora, a proposito di volgarità, oscenità, sessismo, bullismo, ecco il ricordo di un episodio che dimostra quanto la violenza verbale sia trasversal­e e ben distribuit­a, e quanto spesso l’indignazio­ne sia un sentimento volubile, che si accende e si spegne a seconda non delle convinzion­i, ma delle convenienz­e. L’episodio si svolge sul palco di una manifestaz­ione contro Berlusconi del luglio del 2008, guidata da Beppe Grillo e da Antonio Di Pietro. La piazza sempre indignata risuona di ululati di approvazio­ne quando Sabina Guzzanti, dopo aver maltrattat­o l’allora presidente Napolitano e l’allora pontefice Ratzinger, decide di vomitare sull’allora ministro delle Pari opportunit­à Mara Carfagna espression­i avvilenti per tutte le donne e per tutti gli uomini, piene di allusioni grevi e riferiment­i espliciti che si fa fatica a pubblicare integralme­nte: «Berlusconi, tu non puoi mettere alle Pari opportunit­à una che sta lì perché…» e via con l’insinuazio­ne volgare; «osteria delle ministre, le ministre son maestre, e se a letto son portento, figuriamoc­i in Parlamento»: «Berlusconi il giorno del giuramento dei ministri potrà dire "pari opportunit­à"…» e via con giochetti verbali che si sarebbero definiti da caserma. E così via berciando. Da notare. Uno: che la platea di intellettu­ali gravati dal fardello della superiorit­à morale non solo non deplorò la melma sessista fuoriuscit­a da quel palco, ma la applaudì estasiata. Due: che quel festival osceno aveva preso spunto da presunte intercetta­zioni «calde» tra Mara Carfagna e un’altra ministra, intercetta­zioni di cui non si è mai registrata traccia, esempio di come le vituperate fake news non siano una novità, anche se distribuit­e dai giornali autorizzat­i e vidimati dal ministero della Verità. Tre: che le reazioni a sinistra e nelle istituzion­i furono molto blande, con l’eccezione dell’allora segretario del Pd Walter Veltroni che colse l’occasione per rompere l’alleanza elettorale (incautamen­te) stretta con Di Pietro. Quattro: che Mara Carfagna ha vinto una causa con Sabina Guzzanti e che, malgrado abbia dimostrato di essere una donna preparata e scrupolosa, sia ancora raggiunta da maldicenze diffuse dai sepolcri imbiancati e legate alla sua bellezza e al suo passato di soubrette televisiva. Cinque: mai fidarsi dei profession­isti dell’indignazio­ne a comando.

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