La ministra nemica e il sessismo scordato
Allora, a proposito di volgarità, oscenità, sessismo, bullismo, ecco il ricordo di un episodio che dimostra quanto la violenza verbale sia trasversale e ben distribuita, e quanto spesso l’indignazione sia un sentimento volubile, che si accende e si spegne a seconda non delle convinzioni, ma delle convenienze. L’episodio si svolge sul palco di una manifestazione contro Berlusconi del luglio del 2008, guidata da Beppe Grillo e da Antonio Di Pietro. La piazza sempre indignata risuona di ululati di approvazione quando Sabina Guzzanti, dopo aver maltrattato l’allora presidente Napolitano e l’allora pontefice Ratzinger, decide di vomitare sull’allora ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna espressioni avvilenti per tutte le donne e per tutti gli uomini, piene di allusioni grevi e riferimenti espliciti che si fa fatica a pubblicare integralmente: «Berlusconi, tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché…» e via con l’insinuazione volgare; «osteria delle ministre, le ministre son maestre, e se a letto son portento, figuriamoci in Parlamento»: «Berlusconi il giorno del giuramento dei ministri potrà dire "pari opportunità"…» e via con giochetti verbali che si sarebbero definiti da caserma. E così via berciando. Da notare. Uno: che la platea di intellettuali gravati dal fardello della superiorità morale non solo non deplorò la melma sessista fuoriuscita da quel palco, ma la applaudì estasiata. Due: che quel festival osceno aveva preso spunto da presunte intercettazioni «calde» tra Mara Carfagna e un’altra ministra, intercettazioni di cui non si è mai registrata traccia, esempio di come le vituperate fake news non siano una novità, anche se distribuite dai giornali autorizzati e vidimati dal ministero della Verità. Tre: che le reazioni a sinistra e nelle istituzioni furono molto blande, con l’eccezione dell’allora segretario del Pd Walter Veltroni che colse l’occasione per rompere l’alleanza elettorale (incautamente) stretta con Di Pietro. Quattro: che Mara Carfagna ha vinto una causa con Sabina Guzzanti e che, malgrado abbia dimostrato di essere una donna preparata e scrupolosa, sia ancora raggiunta da maldicenze diffuse dai sepolcri imbiancati e legate alla sua bellezza e al suo passato di soubrette televisiva. Cinque: mai fidarsi dei professionisti dell’indignazione a comando.