Corriere della Sera

Addio alla voce di Al Jarreau leggenda della musica nera

Sette Grammy in tre diverse categorie: jazz, pop e rhythm & blues

- Stefano Landi

l’etichetta di Frank Sinatra a farlo arrivare alle orecchie giuste, quelle della critica più sofisticat­a del jazz americano che incensò la sua capacità di trasformar­si da baritono naturale sulle varie sfumature della timbrica, rimbalzand­o tra le ottave.

Gli anni d’oro arrivano a cavallo dei Settanta e Ottanta: ospite fisso dei festival più importanti, pioggia di premi e riconoscim­enti, anche in Europa. Non più sole pacche sulle spalle. Brani cult diventano la sua cover di «Your Song» di Elton John e «Rainbow in Your Eyes» di Leon Russell. È ospite nei dischi di Quincy Jones, di santoni come Chick Corea e Joe Sample. Nell’85 aggiunge la sua voce al coro di star, tra Springstee­n e Michael Jackson, che cantano «We Are the World» per sostenere la popolazion­e etiope distrutta dalla carestia. C’è anche un link con la musica italiana: nel 2013 il Il cantante da alcuni giorni era ricoverato a Los Angeles per un esauriment­o nervoso duetto con Mario Biondi, uno che di Jarreau ha sempre avuto il poster in fondo al letto.

Nonostante la sua dipendenza dalla musica e la passione per il canto, Jarreau non aveva smesso nemmeno di studiare ed era arrivato fino alla laurea in Psicologia. Il suo ultimo disco è stato «My Old Friend» dedicato al suo maestro George Duke, pubblicato tre anni fa. Se ne è andato portandosi dietro anche un grande record: è stato l’unico artista ad aver vinto i 7 Grammy Award in tre diverse categorie.

Nella sua carriera Jarreau ha vinto 7 Grammy Awards e si porta dietro un record. È stato l’unico artista a vincere in 3 categorie diverse: Jazz (per «Look To the Rainbow), Pop («Breakin’ Away») e Rhythm & Blues («Heaven and Earth»)

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