L’Inter reagisce a petto in fuori Empoli k.o. e Juventus dimenticata
Eder protagonista con un gol e un assist per Candreva: la marcia nerazzurra ricomincia
Nella palestra di Appiano era stata affissa in settimana un’impegnativa tabella Champions: chiedeva 13 vittorie nelle restanti 15 partite. Ammesso che 13 possano davvero bastare, visto il ritmo folle a cui si corre davanti, la prima è arrivata puntuale con l’Empoli. È il segno, da non sottovalutare, che l’Inter ha metabolizzato la sconfitta con la Juventus e i relativi veleni costruendo una partita solida di gambe, pensiero e risultato.
Il 2-0 nasce da una supremazia netta nel primo tempo, quando il gol di Eder meritava di essere bissato (due palle gol di Palacio e Gagliardini azzerate da un maestoso Skorupski), e contrastata solo a inizio ripresa, quando l’Empoli ha sfiorato il pareggio con Krunic (e qui maestoso è stato Handanovic in uscita) prima di cadere un minuto dopo sotto il definitivo gancio di Candreva guarnito da altre 3 palle gol di Gagliardini (2) e Miranda cui i toscani hanno opposto solo un tiro al volo di Croce parato da Handanovic in volo plastico molto anni 50.
Quella nerazzurra non è stata una gara perfetta e alcuni difetti si sono colti, soprattutto in individualità rivedibili come Ansaldi e D’Ambrosio, i cui limiti si conoscono, e Miranda, che invece sarebbe migliore di così. Però si sono viste anche molta sostanza e concentrazione sull’obiettivo. Senza l’infortunato Brozovic e gli squalificati Icardi e Perisic, Pioli ha scelto lo stesso modulo anti Juve con Palacio punta, Eder e Joao Mario a supporto, il doppio schermo Gagliardini-Kondogbia — bel ticket di energia e qualità — e una difesa a tre, governata da uno spavaldo Medel, più evidente rispetto a quella mista esibita allo Stadium. Contro un Empoli forse troppo timido e con El Kaddouri discreto trequartista che ha provato invano a cucire gioco per la vacua coppia PucciarelliMaccarone, ne è nata una manovra corretta e costante, a baricentro molto alto (56,7 metri), aggirante grazie a intelligenti e frequenti cambi di lato che hanno prodotto tanti ma non sempre precisi cross di Candreva, e efficace soprattutto grazie a un giocatore, Eder, che, nonostante la serietà e l’impegno, non sempre riesce a esserlo.
L’oriundo è stato il vero padrone del match. Prima con 1-0 di petto su sponda difficile e perfetta di Palacio: gol comodo da un metro, vero, ma Eder era lì rapace dopo avere iniziato l’azione dalla tre quarti. Poi con A San Siro doppia pañolada. Pinamonti, 17 anni, debutta in A: la politica verde continua Di petto Eder, 30 anni, spinge in rete con il petto il pallone ricevuto da Palacio: è la rete dell’1-0 con cui l’Inter sblocca il risultato a San Siro contro l’Empoli. Poi il raddoppio di Candreva (Bozzani) l’assist per lo splendido 2-0 di Candreva: una trivela da sinistra ad attraversare l’area come neanche Quaresma ai giorni belli (dunque non interisti). E ancora: sull’1-0 sempre Eder, spinto in area da Diousse, si è procurato un rigore che Celi non ha fischiato, scatenando la seconda pañolada di San Siro, comunque urbano nella polemica, dopo quella in avvio. Tre episodi chiave più tanta corsa e applicazione, con in testa chiaro il senso di urgenza e emergenza della domenica: forse l’Eder migliore mai visto all’Inter. E pure questo è un merito di Pioli, insieme a quello di chiudere con in campo l’esordiente in serie A Pinamonti (17 anni), Gabigol (20), Gagliardini (22), Kondogbia (23), Murillo (24) e Joao Mario (24): frammenti di un futuro già qui. Se in Champions o no, si vedrà. punto per l’Empoli nelle ultime tre gare in cui ha subito 7 reti, 2 i gol presi nelle 6 precedenti
Contestazione