Toro scatenato, uno spettacolo con brivido finale Tre reti in un quarto d’ora, Belotti a quota 17, poi i granata si addormentano e il Pescara ne fa tre
L’uomo della notte diventa anche l’uomo del mezzogiorno. C’è la firma di Radja Nainggolan sulla vittoria della Roma a Crotone, ma anche quella di Luciano Spalletti che gli ha dato la prima delle maglie dei titolari e la fascia da capitano (assenti Totti e Florenzi, De Rossi in panchina). Un segnale di fiducia per il Ninja, che fuma qualche sigaretta di troppo e magari non fa esattamente vita da chierichetto nel giorno libero, ma è perfetto negli allenamenti e soprattutto in partita. Cioè quando bisogna guadagnarsi davvero lo stipendio.
È il sesto gol in campionato del belga — un destro a incrociare, al 40’ — che mette la gara come voleva la Roma e cancella il brutto errore di Edin Dzeko dal dischetto, al 16’. Rigore che è un record di severità, massima punizione che si può trovare su un libro di regole (Ferrari trattiene ingenuamente e leggermente Salah) ma che non fa parte dello spirito del gioco sul campo (la palla era imprendibile per l’egiziano). L’arbitro Russo si fida dell’assistente di porta, Massa, e sbaglia. Quando si tornerà all’arbitro unico, assistito dalla Var, sarà sempre troppo tardi. È l’11° penalty fischiato a favore dei giallorossi in campionato e andrà di traverso a parecchi, a partire da
Cinque gol per ripartire. Il Torino torna alla vittoria dopo 52 giorni di astinenza e interrompe la crisi di risultati che stava diventando pericolosa. Mihajlovic ritrova il sorriso grazie ai suoi gioielli: doppietta di Belotti (che sale a quota 17 in classifica cannonieri), reti di Iago Falque (10 in campionato) e Ljiajc (che interrompe un digiuno di oltre tre mesi), cui si aggiunge la zampata di Ajeti. È la terza cinquina della stagione (record condiviso con il Napoli) per i granata che dominano il Pescara prima del blackout che rimette in carreggiata gli abruzzesi. Per 73 minuti non Sarri che tiene il conto. Dzeko, però, lo calcia malamente fuori, come aveva già fatto a Udine. Di sicuro non è uno specialista.
Il divario in campo, però, è troppo netto. Il Crotone ha provato davvero a parcheggiare il pullman davanti alla porta. Nicola ha scelto un 5-4-1, con il solo Falcinelli in avanti. Prova a giocarsela con le poche armi che ha, ma basta un’incertezza nelle marcature per prendere un gol. Anche Cordaz non è impeccabile sul diagonale del Ninja. La partita, praticamente, finisce lì.
Perso per perso, verrebbe da dire, Nicola poteva essere più coraggioso. Tesi infondata. Nel c’è stata contesa, con la squadra di Oddo che va al tappeto praticamente senza combattere e dà segni di vita soltanto a gara già in archivio.
Il Toro fa subito la voce grossa con tre gol nel primo quarto d’ora e completa l’opera in avvio di ripresa. Ma è proprio sul 5-0 che riemergono i difetti ormai consueti: la luce si spegne all’improvviso, la manovra si ingolfa, la difesa balla (Ajeti in particolare) e il pubblico rumoreggia. Così in dieci minuti arrivano i tre gol del Pescara che rendono meno pesante il punteggio per gli abruzzesi ma riaprono interrogativi sulla tenuta, soprattutto finale il tecnico dei calabresi prova con la seconda punta, Trotta, e passa in difesa alla linea a quattro. Sessanta secondi e, con la squadra che non si è ancora ben schierata, prende il 2-0: assist di Salah e gol numero 18 di Dzeko in campionato.
La Roma si avvicina all’Europa League (giovedì sera contro il Villarreal, in trasferta) in buona forma. Spalletti ha fatto ben poco turnover (Paredes/De Rossi), ha rilanciato Salah dal primo minuto ma non ha modificato la formazione con due terzini come esterni di centrocampo. Può non essere il massimo della spettacolarità, ma di sicuro la squadra è equilibrata. mentale, dei granata.
«Ci siamo addormentati — rimprovera Mihajlovic —, è assurdo e non dovrebbe accadere ma fa parte del processo di crescita. Nel bene e nel male siamo capaci di tutto ma abbiamo 7 punti in più dell’anno scorso». Sono soltanto 9, invece, quelli del Pescara: piange la classifica (l’unica vittoria Mihajlovic: «Capaci di tutto nel bene e nel male». Torna in bilico la panchina di Oddo Totem Nainggolan, al centro, festeggiato e ringraziato dai compagni: anche a Crotone è stato decisivo con il suo 6° gol in campionato (Afp)
Non sarà semplice gestire i tanti giocatori di alta qualità, ma gli allenatori dicono sempre che l’abbondanza è un piacere e non un problema. In attesa di verifiche più probanti, resta il buon umore. Spalletti ha «fatto la statua» a un tifoso del Crotone che continuava a insultarlo («Mi sono messo fermo, a disposizione») e ha scherzato sul caso Nainggolan: «Serata libe- ra per tutti, ma lui viene a dormire con me nel letto matrimoniale». Spalletti non ama fare battute, vuol dire che con questa Roma e questo Ninja si sente a suo agio. stagionale è arrivata a tavolino) e anche Oddo ha gli occhi lucidi in panchina. La posizione dell’allenatore è in bilico: «Decideremo in settimana» spiega il direttore sportivo, Luca Leone, l’unico a parlare visto il silenzio stampa. Ma è la situazione generale che appare decisamente precaria, dopo una settimana complicata, iniziata con l’attentato a casa del presidente Sebastiani, proseguita con l’allontanamento dal gruppo di Gyomber alla vigilia e chiusa con una prova disastrosa fino all’inutile sussulto finale.
Oddo a rischio