A sinistra
La scissione «fondativa» della sinistra italiana fu nel 1921 a Livorno, dopo il 17esimo congresso del Psi, e portò alla nascita del Pci
Dal Psi nascono nel ‘47 i socialdemocratici e nel ‘64 il Psiup, che nel ‘72 confluisce nel Pci ad eccezione dell’ala guidata da Vittorio Foa che crea il Pdup
Nel ‘69 la componente del radiata dal Pci crea una formazione autonoma che si fonderà con il Pdup
Rimini, 1991, si scioglie il Pci e nasce il Pds. Non tutti seguono la svolta di Achille Occhetto e nasce Rifondazione comunista che poi si scinderà con i Comunisti italiani
Nel 2007 non tutti i Ds aderiscono al Pd: Sinistra democratica con parte di Rifondazione darà vita nel 2009 a Sel
«Per qualcuno quella tradizione non esiste più, però...». Nascosto in uno dei corridoi di Montecitorio, il senatore Ugo Sposetti fa una pausa da consumato attore di teatro prima di riassumere in una frase il senso di quello che sta capitando al Pd renziano alle prese con la scissione. «Però», scandisce riprendendo il filo del discorso, «i comunisti salveranno il Pd. Anzi, lo stanno già salvando adesso. Guardi me, per esempio. Io sono e rimango qua».
Fino a una settimana fa, sullo storico tesoriere del patrimonio dei post Pci-Pds-Ds si abbattevano gli strali a mezzo stampa della tesoreria renziana, che si dichiarava pronta a una class action per tentare di portare nel Pd il patrimonio dei nipotini di Gramsci e Togliatti. Una settimana dopo — con D’Alema, Bersani, Speranza che hanno un piede e mezzo fuori dal partito — Sposetti è diventato decisivo. Perché, insieme ad altri big della storia postcomunista, è impegnato a trattenere su tutto il territorio nazionale pezzi di ceto politico e gruppi di iscritti che altrimenti avrebbero già preso un biglietto di sola andata per il treno dalemianbersaniano.
Patto di ferro
È quella che, tra i renziani della cerchia ristretta, qualcuno ha ribattezzato «la rivoluzione silenziosa». Al contrario di ex leader del Pd, come Veltroni e Bersani, che nei momenti di difficoltà avevano stretto i bulloni di un patto di non belligeranza con l’area cattolica, Renzi rovescia lo schema. «Messi da parte quelli come Franceschini e Delrio, che volevano spingermi a trattare con Bersani», come ha ripetuto ai suoi dopo l’assemblea, il segretario dimissionario stringe un patto di ferro con gli eredi del Pci. Gli unici che possono tamponare l’emorragia della scissione. Non è un caso che, nella lunga tormentata gimkana tra la direzione della settimana scorsa e l’assemblea di domenica, l’ex premier abbia colto ogni occasione utile per sottolineare il ruolo dei «nuovi Ugo Sposetti 70 anni, senatore del Pd, è cresciuto nel Pci (nel 1976 fu eletto segretario della federazione di Viterbo). È stato tesoriere dei Democratici di sinistra (2001) e dell’Ulivo (2004) Teresa Bellanova 58 anni, nel governo Gentiloni è viceministro allo Sviluppo economico. Nata sindacalista nella Cgil, è entrata nei Ds nel 2005 e poi è stata eletta deputato nel 2006 nell’Ulivo Piero Fassino 67 anni, è stato responsabile dell’organizzazione del Partico comunista italiano a fine anni Ottanta. Più volte deputato e ministro, è stato l’ultimo segretario dei Ds, dal 2001 al 2007 Luca Lotti 34 anni, ministro dello Sport nel governo Gentiloni, è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Renzi premier. Da sempre è uno degli uomini di fiducia del segretario dimissionario Cesare Damiano Maria Elena Boschi 36 anni, avvocato, deputata dem dal 2013. Ministra per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento nel governo Renzi e ora, con Gentiloni, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio
Lontani dalla contesa, per ora, ci sono Giorgio Napolitano e Romano Prodi. Chi conosce bene il primo sa che, per storia e tradizione, non è un amante delle scissioni. Il loro ruolo e le loro parole possono essere fondamentali, nel futuro prossimo, per preservare da contraccolpi il governo Gentiloni e evitare che la scissione si tramuti in una guerra senza quartiere.
Col ritrovato protagonismo degli ex pci, che ritroverebbero comunque D’Alema e compagnia nel prossimo Parlamento, alla nuova guardia renziana restano compiti più laterali. Ma importanti. Boschi sarà al lavoro col sindaco di Bari Antonio Decaro per provare a sottrarre consensi a Emiliano in Puglia. Lotti, invece, ha già chiuso l’accordo col governatore campano De Luca. Il cui figlio Piero è già oggi, virtualmente, il primo deputato pd della prossima legislatura.