Grillo da Raggi, la spinta per lo stadio «Sentiremo la popolazione». E con Casaleggio incoraggia la sindaca: sei una roccia, non cedere alle pressioni
L’obiettivo è provare a tornare a una normalità difficile, perché Roma non è mai stata una città normale e perché Virginia Raggi ha cominciato il suo mandato tra mille difficoltà, errori e inciampi. Per questo Beppe Grillo fa trapelare solo un commento elogiativo rivolto alla sindaca: «Sei una roccia». Espediente comunicativo per ribadire una fiducia più volte compromessa, dopo le vicende che hanno riguardato i «4 amici al bar» e dopo le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Ma oggetto dell’incursione di ieri in Campidoglio di Grillo, accompagnato da Davide Casaleggio, è verificare che non si facciano errori sul nuovo stadio, dove si addensano nuove ombre. Per questo Grillo lancia un messaggio alla giunta e ai consiglieri ma soprattutto alla Raggi: «Non cedete alle pressioni esterne».
A cosa si riferisce Grillo, quando parla di «pressioni esterne»? A quelle dei costruttori e della Roma calcio, certo. Ma non solo. Perché il fondatore dei 5 Stelle non ha grosse obiezioni sullo stadio. Vuole che venga fatto, naturalmente alle condizioni del Movimento: ovvero con cubature ridotte e senza incidenti di percorso. Sarebbe un buon modo, dopo tanti no, per una riconnessione sentimentale con una parte della cittadinanza. E quindi, quando parla di «pressioni esterne» si riferisce soprattutto a chi, esterno al Campidoglio ma interno al Movimento, è ostile per principio: è il caso di molti militanti ambientalisti, che oggi saranno in Comune a manifestare, e a diversi esponenti nazionali. Prima tra tutti, naturalmente, Roberta Lombardi. Ai cronisti spiega: «Non so se sarà fatto, ma se lo faremo sarà fatto con criteri innovativi. Sentiremo la popolazione interessata». Non un referendum, come poteva sembrare, ma solo contatti con i comitati locali.
Ieri, Grillo e Casaleggio hanno incontrato prima separatamente l’avvocato Luca Lanzalone, inviato da Genova per studiare il dossier. Poi la sindaca e insieme a loro il vicesindaco Luca Bergamo, i deputati Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede e la presidente In Campidoglio Beppe Grillo ieri mentre lascia la sede del Comune di Roma dopo l’incontro con Virginia Raggi (Imagoeconomica) della Commissione urbanistica Donatella Iorio. Oggetto del dibattito, la portata del vincolo appena annunciato dalla sovrintendenza sull’ippodromo di Tor Vergata. È superabile? Se non lo fosse, bisognerebbe spostarsi di fianco. Ma in quel caso si finirebbe nello spazio dov’era previsto il «business park». Niente di male per i 5 Stelle, che otterrebbero una drastica riduzione delle cubature. Difficile però che la soluzione piaccia alla Roma. E salterebbe l’equilibrio richiesto dalla Regione, insieme ala conferenza di servizio prevista per il 3 marzo. Che, a questo punto potrebbe slittare.
Grillo spiega ai suoi che il vincolo è «un’occasione», un buon modo per prendere tempo e per far pesare di più le condizioni restrittive. Nell’incontro si parla anche di un asserito conflitto tra il costruttore Luca Parnasi e Gaetano Caltagirone, che sarebbe ostile al progetto. Ma si parla anche di una presunta guerra tra il ministro Dario Franceschini e il renziano Luca Lotti, a proposito del vincolo. Grillo è convinto di poterne approfittare e di arrivare a una soluzione. Ma se ci fosse il nulla di fatto, per ragioni esterne, i 5 Stelle e la Raggi potrebbero non essere scontenti: perché insieme allo stadio salterebbe anche il pagamento delle penali.