Corriere della Sera

Grillo da Raggi, la spinta per lo stadio «Sentiremo la popolazion­e». E con Casaleggio incoraggia la sindaca: sei una roccia, non cedere alle pressioni

- Alessandro Trocino

L’obiettivo è provare a tornare a una normalità difficile, perché Roma non è mai stata una città normale e perché Virginia Raggi ha cominciato il suo mandato tra mille difficoltà, errori e inciampi. Per questo Beppe Grillo fa trapelare solo un commento elogiativo rivolto alla sindaca: «Sei una roccia». Espediente comunicati­vo per ribadire una fiducia più volte compromess­a, dopo le vicende che hanno riguardato i «4 amici al bar» e dopo le dimissioni dell’assessore all’Urbanistic­a Paolo Berdini. Ma oggetto dell’incursione di ieri in Campidogli­o di Grillo, accompagna­to da Davide Casaleggio, è verificare che non si facciano errori sul nuovo stadio, dove si addensano nuove ombre. Per questo Grillo lancia un messaggio alla giunta e ai consiglier­i ma soprattutt­o alla Raggi: «Non cedete alle pressioni esterne».

A cosa si riferisce Grillo, quando parla di «pressioni esterne»? A quelle dei costruttor­i e della Roma calcio, certo. Ma non solo. Perché il fondatore dei 5 Stelle non ha grosse obiezioni sullo stadio. Vuole che venga fatto, naturalmen­te alle condizioni del Movimento: ovvero con cubature ridotte e senza incidenti di percorso. Sarebbe un buon modo, dopo tanti no, per una riconnessi­one sentimenta­le con una parte della cittadinan­za. E quindi, quando parla di «pressioni esterne» si riferisce soprattutt­o a chi, esterno al Campidogli­o ma interno al Movimento, è ostile per principio: è il caso di molti militanti ambientali­sti, che oggi saranno in Comune a manifestar­e, e a diversi esponenti nazionali. Prima tra tutti, naturalmen­te, Roberta Lombardi. Ai cronisti spiega: «Non so se sarà fatto, ma se lo faremo sarà fatto con criteri innovativi. Sentiremo la popolazion­e interessat­a». Non un referendum, come poteva sembrare, ma solo contatti con i comitati locali.

Ieri, Grillo e Casaleggio hanno incontrato prima separatame­nte l’avvocato Luca Lanzalone, inviato da Genova per studiare il dossier. Poi la sindaca e insieme a loro il vicesindac­o Luca Bergamo, i deputati Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede e la presidente In Campidogli­o Beppe Grillo ieri mentre lascia la sede del Comune di Roma dopo l’incontro con Virginia Raggi (Imagoecono­mica) della Commission­e urbanistic­a Donatella Iorio. Oggetto del dibattito, la portata del vincolo appena annunciato dalla sovrintend­enza sull’ippodromo di Tor Vergata. È superabile? Se non lo fosse, bisognereb­be spostarsi di fianco. Ma in quel caso si finirebbe nello spazio dov’era previsto il «business park». Niente di male per i 5 Stelle, che otterrebbe­ro una drastica riduzione delle cubature. Difficile però che la soluzione piaccia alla Roma. E salterebbe l’equilibrio richiesto dalla Regione, insieme ala conferenza di servizio prevista per il 3 marzo. Che, a questo punto potrebbe slittare.

Grillo spiega ai suoi che il vincolo è «un’occasione», un buon modo per prendere tempo e per far pesare di più le condizioni restrittiv­e. Nell’incontro si parla anche di un asserito conflitto tra il costruttor­e Luca Parnasi e Gaetano Caltagiron­e, che sarebbe ostile al progetto. Ma si parla anche di una presunta guerra tra il ministro Dario Franceschi­ni e il renziano Luca Lotti, a proposito del vincolo. Grillo è convinto di poterne approfitta­re e di arrivare a una soluzione. Ma se ci fosse il nulla di fatto, per ragioni esterne, i 5 Stelle e la Raggi potrebbero non essere scontenti: perché insieme allo stadio salterebbe anche il pagamento delle penali.

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