Se Netflix cataloga Grillo come «destra»
Cos’è la destra, cos’è la sinistra? Cantava vent’anni fa Giorgio Gaber, giocando con i nostri luoghi comuni. In Destra-sinistra compilò un listone bipartisan: il bagno nella vasca è di destra, la doccia è di sinistra, se tutte le canzoni son di destra quelle noiose sono di sinistra... Probabilmente, la collocazione dei Cinque Stelle avrebbe messo in difficoltà persino Gaber. L’elettorato grillino è di destra o di sinistra? Ambidestro, verrebbe da dire, sulla scorta di alcune analisi di flussi elettorali. Letture utili, ma non risolutive. «Noi siamo oltre la destra e la sinistra», ripetono molti dirigenti pentastellati che evitano, se possono, persino di sedersi solo a destra o solo a sinistra negli emicicli parlamentari, da Strasburgo a Roma. No, il miglior suggerimento per Gaber sarebbe arrivato da come Netflix ha etichettato lo spettacolo di Grillo su Facebook (social di destra o di sinistra?). On demand Lo spettacolo di Grillo
Allo studente di legge di Bologna, Feliciano Rossi, è successa una cosa curiosa (raccontata con screenshot pubblicati poi sul social): voleva capire perché comparisse lo spot Netflix di Grillo vs. Grillo sulla sua timeline ed è andato sulle informazioni in alto a destra; Facebook gli ha dato in primis questa risposta: «Netflix vuole raggiungere persone interessate a politiche di destra» (poi Facebook ha proposto di ridurre il numero di spot di «estrema destra» sul profilo). La strategia social di Netflix, evidentemente, per la diffusione dello show teatrale di Grillo ha puntato in particolare gli utenti interessanti a politiche di «destra», per militanza, curiosità o studio. Profilati attraverso l’algoritmo di Facebook, che elabora like, condivisioni e interessi degli utenti. Netflix non è un detrattore di Grillo, né Facebook un delatore, ma ha un algoritmo, strumento sacro per i grillini: se Grillo è il messia, l’algoritmo è lo Spirito Santo.