Tre ragioni per avvicinarsi
Il Papa delle periferie si preoccupa degli irregolari del matrimonio, che per la Chiesa sono una periferia, e torna a parlare di unioni di fatto, unioni civili, unioni fallite. Raccomanda di averle a cuore tutte, certo anche le «unioni celebrate in Cristo», cioè i matrimoni religiosi, ma ci insiste di meno perché sono più facili da trattare, secondo la massima del Vangelo che non sono i sani ad avere bisogno del medico. Ieri parlava ai parroci preoccupati del gran numero di ragazzi che «preferiscono convivere» senza sposarsi. La direttiva classica era di additarli come pubblici peccatori e ora Francesco invita a guardarli con «tenerezza e compassione». Il cambiamento è lampante e mira a più fini, almeno tre, che Bergoglio ha indicato in altre occasioni. Il primo è la vicinanza a chi è nel bisogno: e questo ieri l’ha ricordato, osservando che i giovani conviventi la Chiesa li deve guardare come «poveri e piccoli» dei quali prendersi cura. La seconda finalità è accompagnare i conviventi al matrimonio. Più volte Francesco ha ricordato che nei corsi di preparazione, tra le coppie che si presentano quelle conviventi sono spesso in maggioranza. Quando dice che i conviventi vanno «sostenuti» intende che vanno aiutati ad arrivare al matrimonio. La terza finalità è comprendere il fenomeno. Che vuol dire la fuga dei giovani dal matrimonio? Secondo Bergoglio per capire non serve puntare il dito: è più utile avvicinarlo. In altra occasione aveva detto che in certe situazioni una convivenza può essere più opportuna di un matrimonio immaturo.
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