Gli sconti per bus e mense scolastiche «Ecco il welfare del pubblico impiego»
Il sottosegretario Rughetti sul nuovo contratto: un pezzo di stipendio fuori busta paga
«I dipendenti pubblici potranno avere uno sconto sull’abbonamento ai mezzi pubblici, oppure una riduzione del contributo da pagare per la mensa scolastica, o ancora una tariffa più bassa per la piscina comunale dei figli». È il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, a spiegare cosa potrebbe cambiare per i 3 milioni di dipendenti pubblici italiani con il nuovo contratto in arrivo.
Lei sta parlando del welfare aziendale, un pezzo dello stipendio al di fuori della busta paga. È già usato nelle aziende, perché estenderlo al settore pubblico?
«Perché rafforzerebbe quel senso di appartenenza alla Pubblica amministrazione, alla maglietta, che aiuta il lavoro di squadra e migliora la qualità del servizio. Entriamo nella Pubblica amministrazione 4.0, lavoriamo tutti per i nostri
azionisti, i cittadini. Ma c’è anche un altro motivo dietro questa scelta». E quale?
«Rendere la Pubblica amministrazione più competitiva sul mercato del lavoro: negli ultimi anni il pubblico non è riuscito ad attirare le risorse migliori del Paese proprio perché offriva condizioni meno vantaggiose del settore privato. Anzi, molti hanno lasciato lo Stato per l’azienda, perché paga meglio e offre queste forme di retribuzione alternativa».
Ma con l’arrivo del Jobs act e la fine dell’articolo 18, il posto pubblico è tornato molto attraente, non crede?
«L’articolo 18 per i dipendenti pubblici non resta per un capriccio. Ma perché in questo caso il datore di lavoro è eletto dal popolo e quindi bisogna evitare anche il solo sospetto di discriminazioni in caso di cambio della maggioranza politica. Tuttavia abbiamo introdotto un tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo: 24 mesi di stipendio. In questo pubblico e privato saranno uguali».
Ma a quanto ammonteranno il totale degli sconti e delle agevolazioni che potranno avere i dipendenti pubblici?
«Impossibile dirlo adesso. Non lo decide il governo, tutto dipende dall’accordo che si troverà con i sindacati. A me piacerebbe che le agevolazioni riguardassero tutti i cosiddetti servizi a domanda individuale forniti dal pubblico: trasporto, istruzione, biblioteche, impianti sportivi e altri ancora».
Ma non è che il welfare aziendale si mangerà un pezzo di quell’aumento di 85 euro al mese che avete promesso sempre ai dipendenti pubblici?
«Abbiamo un limite finanziario di 85 euro. E uno che abbiamo posto noi: gli 80 euro introdotti dal governo Renzi. I due aumenti non si annulleranno ma si sommeranno».
Mancano ancora dei soldi, però, per fare tutto questo.
«Circa 1,4 miliardi di euro che saranno stanziati dalla prossima legge di Bilancio. E che serviranno anche per superare il blocco del turnover, premiando nelle assunzioni i Comuni più virtuosi. Per assumere una persona nuova non bisognerà aspettare che si liberi qualche posto. Ma si guarderà al rapporto fra le spese
per il personale e le sue entrate».
Ma così un Comune o una Regione avrà la tentazione di alzare le tasse per assumere di più?
«Nell’immediato no, perché addizionali e tariffe sono bloccate. Ma alla lunga varrà il principio dell’autonomia: un Comune potrà anche alzare le addizionali per avere un servizio migliore. Ma poi, al momento del voto, saranno i cittadini a giudicare».
La strategia Così rafforzeremo il senso di appartenenza all’amministrazione e migliorerà il servizio L’aumento Agli 80 euro dati dal governo Renzi ne aggiungeremo altri 85 al mese