Corriere della Sera

Una 16enne al comando della baby gang

- Alberto Pinna

NUORO Capobanda a 16 anni, faccia d’angelo ma già risoluta («Facciamo una rapina») e perentoria con i suoi baby complici, il «secondo» e il «palo», 15 e 13 anni. «Entro io, da sola». Profumeria centraliss­ima, non è ancora sera, nelle strade vicine telecamere e impianti di sicurezza (che hanno ripreso preparazio­ne del «colpo» e fuga). Gianna (nome di fantasia) invia gli altri due nel negozio per una ricognizio­ne: «C’è un solo cliente», dicono. Lei indossa una tuta da imbianchin­o, si cala un passamonta­gna nero, calza un guanto. Uno dei ragazzi estrae un coltellacc­io da cucina e glielo porge. Con quello Gianna irrompe da «Limoni linea bellezza» e va verso il bancone. «Ti sei mascherata per Carnevale?». Elsa, la commessa, crede sia uno scherzo, cerca di sfilare il passamonta­gna. Gianna punta il coltello e lo pianta sul bancone: «Non è uno scherzo, è una rapina, fuori i soldi». La commessa a quel punto apre la cassa e consegna 480 euro. Quindi via a gambe levate. La polizia ha una prima traccia: «La voce aveva un timbro maschile forzato, come contraffat­ta — riferisce Elsa — ma a me è sembrata una donna». In una strada laterale gli agenti trovano passamonta­gna e guanto. Le riprese delle telecamere completano l’indagine e neanche 24 ore dopo i ragazzi vengono fermati (niente arresto, denuncia a piede libero e rapporto alla Procura presso il tribunale dei minorenni). Davanti agli agenti Gianna balbetta: «Ecco i soldi». Dei 480 euro mancano poche decine di euro, spesi, pare, in un bar. Sbalorditi i genitori. La baby gang era alla prima rapina, i loro amici non sanno niente e lunedì ritorneran­no a scuola.

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