Corriere della Sera

Stanno sostituend­o veramente i figli?

- Paolo Ottomano,

Mia cognata mette le scarpe al suo cane. L’ha reso storpio perché il poveraccio non riesce a camminare, scivola. Mette al suo cane il cappotto e, quando piove, l’impermeabi­le. L’ha reso anche puzzolente, perché il cane ha il pelo lungo e con il cappottino puzza. Credo ci sia qualcosa di malato in tutto questo. Gioacchino Stancanell­i

Messina

Padre Rosario Stroscio sa che in Italia si fanno meno figli perché lo Stato non aiuta i giovani genitori, in nessun modo. E poi ognuno porta in braccio chi vuole: sono creature di Dio anche i cani e i gatti, e tutti gli animali in genere. Carmen Rusciano Venturini

Il problema non è l’amore per gli animali; ma quando questi ultimi vengono presi come sostituti delle persone. Amare gli animali è ok sempre e comunque. Ci sono persone tuttavia che, per incapacità di sostenere relazioni, rifiutano ogni empatia con i propri simili per darla tutta a cani e gatti.

Raffaele Santi, Boretto (RE)

Io amo il mio cagnolino, ma non lo tratto come un figlio. Trovo esagerato andare in giro con il cane in borsa, nel marsupio e addirittur­a con il passeggino. L’amore per gli animali non si dimostra in questo modo, ma portando loro rispetto. Anna Rossi, Montagnana (Bs)

Convengo con padre Rosario. L’eccessivo amore per gli animali è sintomo di decadenza.

Stefano Pazzaglia Paderno Franciacor­ta (Bs)

Valeria Solesin diceva la stessa cosa con altre parole: «non comprate gli animali, fate figli». Lei studiava demografia a Parigi, parlando con cognizione di causa. Naturalmen­te nessun animalista ha avuto da obiettare. Quella di padre Stroscio, invece, rischia di essere solo una battuta, che non aggiunge nulla.

Gabriele Papini, Roma La lettera d’amore al Labrador Henry ha suscitato oltre 150 commenti. I cani stanno sostituend­o i figli? La discussion­e è aperta. Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it

Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere

Caro Aldo,

anche se proporre stage è legale, un’azienda non ne dovrebbe proporre a cifre irrisorie, perché è evidente che lo stage è usato soprattutt­o per risparmiar­e sulle tasse e avere meno obblighi verso chi si assume.

Roma

Caro Paolo,

del tutto normale che uno stagista non sia pagato. Nessuna azienda va avanti grazie agli stagisti. È lo stagista che ha bisogno di un’azienda dove imparare un mestiere, non il contrario.

Se vuole le racconto lo stage di mio nonno. Non un avo remoto: il papà di mia mamma. A 12 anni dovette lasciare gli studi per fare il garzone in una macelleria. Da casa sua erano venti chilometri; ma lui non aveva i soldi per la corriera, e non sarebbe mai salito su una corriera senza biglietto. Partì a piedi. Era il 1924 e c’era il fascismo. Andare sotto padrone era come diventare schiavo. Per fortuna il macellaio era una brava persona. Si chiamava Amilcare Fenoglio. Suo figlio Beppe dimostrò fin da subito un insospetta­bile talento letterario. Mio nonno ha fatto il macellaio tutta la vita, ed era un uomo finissimo, grande lettore di poesie e di giornali (non ho mai visto un giornale in mano a un giovane, e neanche un dvd o un cd; ne vedo pochi al cinema, a teatro, all’opera, salvo lamentarsi che l’industria culturale non assume; ne vedo molti per strada con in mano lo spritz, e neppure quello è gratis). Non sopporto chi usa la parola macellaio come un insulto, e in genere disprezza i lavori manuali.

Per fortuna le cose da allora sono molto cambiate. Tanti ragazzi possono studiare, e giustament­e cercano lavori in linea con quel che hanno studiato. In Italia è dura perché investiamo troppo poco in istruzione, cultura, ricerca, tecnologia. Ma fare un lavoro manuale, per mantenersi agli studi o in attesa di trovare un lavoro intellettu­ale, non è disdicevol­e; anzi, è formativo. Purtroppo non abbiamo questa mentalità: anche in regioni dove la disoccupaz­ione giovanile è oltre il 50%, la pizza la impasta un egiziano, la fa un marocchino, la serve un albanese. Disdicevol­e è dare mille euro a tutti in cambio di nulla. Interessan­te è la proposta di Emiliano: reddito di dignità in cambio di lavori in biblioteca o al fianco degli anziani. Intanto alle Lettere del Corriere abbiamo venti offerte di lavoro in sospeso e pochi curricula. Forza, ragazzi.

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