«Così i vecchi manager Carige hanno svenduto le Assicurazioni»
I tamburi di guerra erano suonati all’assemblea di Carige del 31 marzo 2016 quando, attraverso l’intervento di Vincenzo Mariconda, l’azionista di riferimento Vittorio Malacalza aveva di fatto licenziato l’ad Piero Montani accusandolo di fatti di «enorme gravità». Il messaggio dell’azionista era chiaro: non finisce qui. Infatti. Martedì 28 febbraio il cda ha convocato l’assemblea dei soci per ottenere l’autorizzazione all’azione di responsabilità nei confronti di Montani e dell’allora presidente di Carige Cesare Castelbarco Albini. Se ci sarà il via libera il cda potrà procedere a quantificare i danni.
In nove pagine sono sintetizzati i punti salienti delle contestazioni a Montani-Castelbarco primo fra tutti la cessione delle compagnie assicurative di Carige fra fine 2014 e giugno 2015 al fondo Apollo a condizioni ritenute estremamente svantaggiose per la banca. Il cda presieduto da Giuseppe Tesauro accusa gli ex amministratori di aver indotto il cda del 21 ottobre 2014 a deliberare la cessione del ramo assicurativo tacendo che la situazione delle due compagnie era «radicalmente modificata» in meglio rispetto alle osservazioni di Bankitalia di un anno prima. «La rilevanza delle mutate circostanze rispetto alla scelta di dismissione — è scritto nel documento — non fu prospettata nella riunione consiliare, talché rimasero del tutto estranee all’istruttoria e al processo valutativo degli amministratori». La conclusione è che non era affatto necessario vendere le assicurazioni e soprattutto non alle condizioni stabilite da Apollo. Gli amministratori — continua il documento — erano a conoscenza dei positivi risultati di Carige Assicurazioni e Carige Vita nuova tornate in attivo ma utilizzarono invece come “faro dell’istruttoria” il superato giudizio negativo di Bankitalia «per giustificare un’alienazione a un prezzo inferiore al valore patrimoniale delle Compagnie». Nel mirino anche l’accordo di distribuzione dei prodotti assicurativi tra la banca genovese e le Compagnie cedute ad Apollo tanto che l’assemblea di Carige ha presentato domanda alla camera arbitrale di Milano perché dichiari nulle le clausole dell’accordo. Il documento, in cauda venenum, si conclude con la valutazione della fuga di notizie, poco prima della defenestrazione di Montani, sull’offerta di Apollo di acquistare i non performing load di Carige e acquisire il controllo della banca. Quell’offerta fu giudicata «esasperatamente speculativa e fortemente penalizzante per la banca», un tentativo di colpo di mano, ed oggi i consulenti di Carige indicano «elementi presuntivi circa il concorso del vertice amministrativo di Carige e in particolare dell’ad Montani nelle responsabilità di Apollo».
Il cda martedì presenterà anche la richiesta di autorizzazione a rivalersi sull’ex padre-padrone di Carige, Giovanni Berneschi condannato pochi giorni fa in primo grado a otto anni e due mesi per associazione per delinquere, truffa e riciclaggio.