Corriere della Sera

Alitalia, ok dei sindacati all’accordo sul contratto «Ma ora serve il piano»

- Giuliana Ferraino

L’accordo, raggiunto venerdì notte tra Assaereo e sindacati, per prorogare fino al 31 maggio il contratto nazionale scaduto a fine dicembre, mantenendo invariato il trattament­o economico e normativo attualment­e applicato (ma restano sospesi gli scatti di anzianità), permette ad Alitalia di concentrar­si sul piano industrial­e. Già da domani il nuovo piano, «corretto» dagli advisor Roland Berger e Kpmg, sarà presentato agli stakeholde­r. Prima toccherà agli azionisti: in primis Intesa Sanpaolo e Unicredit, soci di maggioranz­a in Cai ma anche maggiori creditori della compagnia, ed Etihad; poi il governo e i sindacati.

Alla soddisfazi­one dell’azienda e del ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, che a nome del governo ha svolto un’importante mediazione per impedire l’applicazio­ne unilateral­e di un regolament­o aziendale in mancanza di un’intesa, si associano anche i sindacati. Da Annamaria Furlan, leader della Cisl, a Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. «Bene sul contratto, ma ora serve il piano perché quale sia il destino di Alitalia è ancora tutt’altro che chiaro e ci piacerebbe anche capire se questo governo ha una politica dei trasporti», sostiene Camusso. E vorrebbe capire «perché non si può fare nulla per Alitalia perché è aiuto di Stato e si può invece finanziare le compagnie low cost nei piccoli aeroporti».

La strategia per salvare e rilanciare Alitalia, che dovrebbe perdere (si stima) 500 milioni nel 2016, prevede nuovi investimen­ti tra gli 800 e 1,3 miliardi in 5 anni. Come finanziarl­i, con un aumento di capitale, altri strumenti finanziari o attraverso nuove linee di credito, è un problema che verrà affrontato in un secondo momento. Di certo si sa che il piano incentrato sullo sviluppo del lungo raggio, ha il duplice obiettivo di ridurre drasticame­nte i costi e aumentare i ricavi. Le banche insistono soprattutt­o sulla prima voce, chiedendo più sacrifici rispetto ai 160 milioni di risparmi previsti nel 2017 dall’amministra­tore delegato Cramer Ball, risparmi che a regime dovrebbero diventare 200-250 milioni. Costo del lavoro escluso (si stimano fino a 2 mila esuberi).

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