Corriere della Sera

La doppietta di Caldara abbatte il Napoli E l’Atalanta si scopre da zona Champions

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

In una fredda sera al San Paolo cadono due maschere. Cade quella dell’Atalanta, che adesso sappiamo chi è davvero: così bella, giovane, intelligen­te e decisa — calcistica­mente sexy come poche — ora la Dea è solo a meno 3 dalla zona Champions e ha quasi il dovere di puntare a un palcosceni­co europeo. «Parlare di Champions è esagerato, ma è legittimo pensare a certi traguardi», ha ammesso alla fine Gasperini. In effetti il 2-0 con cui l’Atalanta ha steso senza appello il Napoli è stato l’ultimo esame superato. Tattica, tecnica, atletismo, gioco (non solo ripartenza: esemplare la lunga azione manovrata che ha portato al corner dell’1-0). Nello show nerazzurro c’è stato tutto quello che occorre nel calcio, compresa la sorridente arroganza che hanno le squadre compiute: «Eravamo venuti per vincere, sapevamo dove colpirli», ha raccontato il Papu Gomez.

Si è visto: quella nerazzurra è stata una gara perfetta, culminata nella doppietta di Mattia Caldara, il difensore che aveva esordito con Gagliardin­i proprio un girone fa con l’1-0 a Bergamo che segnò la svolta «giovanilis­tica» e fece uscire Gasperini dalla crisi che aveva fatto parlare persino di un suo esonero. Caldara — già juventino per il 2018, e questo aggiunge sale nella ferita dei napoletani — ha colpito prima di testa e poi di destro al volo al termine di un’azione che lui stesso aveva avviato 60 metri più indietro. Straordina­rio. Tanto più perché il 2-0 è arrivato 3 minuti dopo la giusta espulsione di Kessie, un handicap di cui l’Atalanta manco si è accorta.

L’altra maschera che cade è quella del Napoli, che dopo una striscia positiva di 14 partite in campionato svela la sua identità di squadra non risolta, dice addio alla Juventus e oggi rischia di dirlo alla Roma (o in alternativ­a di trovarsi addosso anche l’Inter), proprio all’inizio di un ciclo hard con i bianconeri martedì in Coppa Italia, la Roma in campionato il 4 marzo e il Real Madrid in Champions il 7 marzo. Dei sarriani si è salvato appena appena Insigne; per il resto tutta gente senza idee e senza gamba, travolta sul ritmo, umiliata nell’organizzaz­ione e penalizzat­a dai propri errori tecnici. I duelli e la marcatura a uomo — un classico di Gasp già decisivo all’andata — hanno tolto le misure agli az-

zurri, bloccati al centro, senza aria in fascia, sempre privi di spazi per sviluppare il loro gioco manovrato e verticale. Due traverse le hanno colpite, sì, con Insigne al 6’ e con Mertens al 45’ (deviazione super di Berisha), ma sono stati lampi casuali in un cielo buio. Sarri le ha provate tutte: il tridente leggero, poi Milik, poi Milik e Pavoletti. Ha sempre trovato un muro, pure in 11 contro 10. Il San Paolo ha comunque applaudito il tecnico, ribadendo che sulla disfida con De Laurentiis (a Los Angeles) ha deciso chiarament­e dove stare. La caduta però, al di là degli enormi meriti dell’Atalanta, è, per i modi in cui è avvenuta, un pessimo segnale. Anche perché, del ciclo di fuoco, questa sembrava la partita più facile…

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 ?? (Ansa) ?? Doppio colpo Il difensore Mattia Caldara, 22 anni, realizza di testa la rete dello 0-1 Il giocatore, già acquistato dalla Juve, nella ripresa segna il raddoppio
(Ansa) Doppio colpo Il difensore Mattia Caldara, 22 anni, realizza di testa la rete dello 0-1 Il giocatore, già acquistato dalla Juve, nella ripresa segna il raddoppio

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