Milan, in silenzio verso il closing Ma prima c’è la corsa all’Europa
Oggi la sfida delicata col Sassuolo. Montella: «Ora i risultati sono più importanti»
Le date segnate sul calendario erano due: una, con diffusa soddisfazione, è arrivata ieri e naturalmente si tratta del compleanno di Gigio Donnarumma, ora entrato nella maggiore età. «Finalmente, non so quanto sia durato questo compleanno», commenta con una battuta Vincenzo Montella, desideroso di assicurare il massimo della tranquillità — alla vigilia di una sfida difficile con il Sassuolo —, a un ragazzo che è scoppiato in lacrime quando ha visto il video che raccoglieva gli auguri di familiari, compagni e Adriano Galliani. «Ti auguro ogni bene e spero che la vita ti dia tutto quello che desideri: felicità, tante cose e soprattutto un lungo contratto con il Milan», le parole dell’ad rossonero. Il punto è proprio questo: da maggiorenne Gigio può firmare un contratto quinquennale, che orienterà la sua carriera e costituirà un banco di prova per la nuova società. Difficilmente le attenzioni su di lui caleranno.
La seconda data è proprio quella del passaggio di proprietà, come ormai tutti sanno fissato per il 3 marzo. Mancano dunque cinque giorni, ma le parti, terrorizzate da un passo falso all’ultimo miglio, si comportano come se mancassero cinque mesi, parlandone il meno possibile, confermando nulla, alimentando la confusione, tra investitori veri o presunti e «semplici» finanziatori. Così Paolo Maldini, contattato tempo fa dall’ad in pectore Marco Fassone per un ruolo in società e con il quale non si è raggiunto un accordo, ha potuto ribadire le sue perplessità. «Sono sempre più convinto della mia scelta, i dubbi a una settimana dal closing restano gli stessi». Non è proprio così (200 milioni sono arrivati) ma il silenzio generale non aiuta.
Il più giustificato a eludere il tema è Montella, che da inizio stagione deve guidare una squadra fingendo che l’argomento non lo riguardi, mentre è decisivo per il futuro di tutti. Che il closing si faccia, nessuno lo mette in dubbio, anche se per altre certezze è meglio aspettare il transito dei soldi in Lussemburgo, da dove poi dovrebbero arrivare in Italia a Fininvest. «Non ne abbiamo mai parlato, continuo così per altri dieci giorni. La società attuale è presente, il futuro non mi preoccupa per nulla. Se continuerà Berlusconi sarò felicissimo, altrimenti lo ringrazierò per sempre», assicura Montella che però non lo ha sentito nemmeno dopo la dedica della vittoria contro la Fiorentina, segno che tra i due l’amore è già finito. Berlusconi ancora non ha deciso se accettare la carica di presidente onorario e i cinesi hanno pronti due organigramma, a seconda della sua decisione. Tutto un po’ surreale.
La sfida di oggi al Mapei stadium (dove il Milan ha perso le ultime tre volte) sarà comunque la fine di un’era. L’unico che non fa finta di niente è Galliani: «Certo, un po’ di emozione c’è: 31 anni non è che si possono cancellare in un minuto. Montella può essere l’allenatore del futuro? Sta facendo bene. Noi siamo soddisfatti, poi chi gestirà la società deciderà. Ma mi sembra di capire assolutamente di sì».
Prima c’è la conquista dell’Europa
Galliani L’ultima partita? Certo, un po’ di emozione c’è: 31 anni non si possono cancellare in un minuto
(«Adesso i risultati sono più importanti»), che passa anche dalla sfida al Sassuolo che si sta ritrovando, dopo una stagione difficile. All’andata vinse il Milan in rimonta 4-3, con notevoli polemiche sugli arbitri da parte dell’amico (di Montella) Di Francesco. «Ma da allora abbiamo pagato abbastanza. Gli arbitri devono poter sbagliare in pace. Lo dico da allenatore di una squadra blasonata, è vero, ma che è un po’ in credito». Oggi la preoccupazione maggiore è meglio che sia la bestia nera del Milan Domenico Berardi, che sarà un affare di Vangioni, riconfermato a sinistra, così come Sosa che rigiocherà in regia. Dietro, sarà Zapata a far coppia con Paletta, mentre dopo il rifiuto dell’offerta cinese ha un’ennesima chance Carlos Bacca.