Lino Nobili
Referente Centro di medicina del sonno, Dipartimento neuroscienze , Ospedale Niguarda (Mi) lzarsi nel bel mezzo della notte e iniziare a vagare in uno stato di incoscienza, urlare di terrore, tirare calci e pugni, con il rischio di fare male a se stessi e agli altri: in questi casi si è probabilmente di fronte a una parasonnia.
Che cosa sono le parasonnie?
«Sono manifestazioni inattese e indesiderate che si verificano durante il sonno e che spesso sembrano finalizzate al raggiungimento di un obiettivo. A seconda della fase del sonno in cui si verificano vengono distinte in due categorie principali: le parasonnie del sonno Rem, che hanno luogo nella fase in cui più di frequente si sogna, e quelle del sonno non-Rem (sonno profondo) — spiega Lino Nobili, referente del Centro di medicina del sonno del Dipartimento neuroscienze dell’Ospedale Niguarda di Milano —. In entrambi i casi non sono ancora chiari i meccanismi all’origine dei disturbi, tuttavia sono stati osservati alcuni fattori scatenanti (diversi a seconda del tipo di parasonnia) come, per esempio, la carenza di sonno, il consumo di alcolici, irregolarità importanti nel ritmo sonno-veglia nonché l’assunzione di taluni farmaci (come ipnotici e antidepressivi)».
Quali sono le caratteristiche delle parasonnie del sonno Rem?
«Il disturbo comportamentale in sonno Rem è la parasonnia più tipica in questo gruppo. In genere colpisce le persone anziane. Chi ne soffre non ha la normale abolizione del tono muscolare durante la fase del sonno in cui si sogna. Il risultato è che vive realmente il sonno, compie azioni, spesso violente: può cadere, aggredire chi gli sta a fianco. Non a caso è una delle cause più frequenti di traumatismo notturno in pazienti anziani. Recenti studi mostrano che, in un’altissima percentuale di casi, il disturbo rappresenta uno dei primissimi segni di una malattia neurodegenerativa, come la demenza o il morbo di Parkinson. Se avessimo farmaci in grado di proteggere dall’evoluzione verso queste malattie, potremmo individuare molto precocemente i soggetti a rischio di demenza. Per fortuna, il processo neurodegenerativo negli individui con questa parasonnia può avvenire così lentamente che soltanto gli studi post-mortem possono mettere in evidenza la presenza dei danni tipici cerebrali delle malattie neurodegenerative».
Quali sono le parasonnie del sonno nonRem?
«Le principali sono il sonnambulismo, i risvegli confusionali e il terrore notturno. Durante tali manifestazioni si è scoperto che il cervello si trova in una condizione definita di dissociazione, alcune sue regioni apparentemente si “svegliano”, mentre altre continuano a “dormire”. Si sveglia la parte più arcaica, quella associata alle nostre emozioni e alla sopravvivenza, mentre la parte razionale e quella legata alla memoria dormono. Questo spiega perché si possono fare cose irrazionali, senza esserne coscienti e non ricordando nulla il mattino seguente. Queste parasonnie sono più comuni nei bambini e in genere, con il tempo, tendono a risolversi. Tuttavia, talora sono la causa d’incidenti, anche gravi, e pertanto è importante considerare alcune misure di sicurezza per allontanare eventuali pericoli. Purtroppo esistono anche forme dell’adulto molto severe in termini di frequenza e intensità degli episodi, che possono essere confuse con manifestazioni di natura epilettica e che non rispondono ad alcuna terapia farmacologica. Alla loro origine ci sono più fattori, per esempio genetici e legati allo stile di vita».
Le cause delle parasonnie non sono ancora chiare, ma si è visto che alcuni fattori possono favorirle. Tra questi rientrano Eccessiva attività motoria in relazione al contenuto dei sogni: la persona tira pugni, calci, ecc Gli episodi si verificano più spesso nella seconda parte della notte Più comune dopo i 60 anni
In molti casi evolve verso una malattia neurodegenerativa Si presentano soprattutto nei bambini di età inferiore ai 5 anni Mentre dorme, la persona si lamenta, piagnucola, è confusa, disorientata, a volte aggressiva Talvolta la persona può parlare, ma in modo incoerente L’episodio può durare da pochi minuti fino a circa mezzora La mattina seguente non si ricorda nulla In caso di disturbi comportamentali del sonno-REM, gravati da un elevato rischio di provocare lesioni a sé o agli altri, si può considerare un trattamento con benzodiazepine, che riducono la durata della fase REM, o con alte dosi di melatonina È utile eseguire controlli periodici, perché spesso questo fenomeno è spia di una malattia neurodegenerativa con sogni intensi Disturbo tipico tra i 4 e i 12 anni C'è un apparente risveglio improvviso, spesso accompagnato da grida di terrore, agitazione, pallore, sudorazione, respiro affannoso, tachicardia La persona è inconsolabile, poco reattiva e l’agitazione può aumentare se si interagisce con lei in maniera brusca La mattina seguente di solito non ricorda più nulla o ha solo ricordi vaghi È più comune tra gli 8 e i 12 anni La persona si alza e inizia a muoversi per casa, a volte cerca addirittura di uscire Il sonnambulo è solo parzialmente cosciente, poco reattivo Occorre prendere alcune precauzioni per evitare che si faccia male Il giorno dopo non si ricorda più nulla In genere, soprattutto nel bambino, non richiedono alcun trattamento e tendono a risolversi con la crescita. Occorre rassicurare i genitori e dare alcune indicazioni, per allontanare eventuali pericoli Quando persistono in età adulta, si può considerare un trattamento con benzodiazepine a basso dosaggio. Altrettanto importante è evitare i fattori scatenanti