Corriere della Sera

«La Cia usa le tv per spiare»

WikiLeaks: hacker americani a Francofort­e. Così si infiltrano anche nei telefonini

- Giardina, Olimpio, Ottolina, Pennisi

L’accusa di WikiLeaks: la Cia spia usando telefoni e tv, Francofort­e è la base degli hacker Usa. Controlli anche sui file di una società italiana.

Mentre, a Washington, la Casa Bianca, i democratic­i, l’Fbi e gli analisti si accapiglia­no su intercetta­zioni e rapporti con i russi, WikilLeaks scarica una nuova «bomba». Micidiale. 8.761 file che rivelano incredibil­i tecniche di spionaggio messe in atto dalla Cia, compresa una trovata che a qualcuno poteva sembrare una stramberia. Grazie alla cyber-tecnologia l’agenzia è in grado di usare come un microfono d’ascolto le smart tv Samsung sistemate in qualsiasi casa. E questo, ovviamente, apre mille strade, visto che oggi un gran numero di oggetti che arredano le nostre abitazioni sono legati alla rete Internet. Dunque esistono tante porte dalle quali gli intrusi possono infilarsi per sorvegliar­e.

WikiLeaks, presentand­o la prima puntata «Vault 7», ribattezza­ta «Anno Zero», ha annunciato che altre rivelazion­i seguiranno nei prossimi giorni. Un fiume impetuoso che potrebbe avere forti ripercussi­oni visti i contenuti: 1) Con il programma Weeping Angel, elaborato dagli americani insieme ai britannici, le tv sono messe in posizione «spenta» e diventano sistemi d’ascolto a distanza. 2) Possibilit­à di controllo remoto, sempre per l’ascolto, di qualsiasi telefonino dell’ultima generazion­e. 3) Presenza di un centro Cia nel consolato statuniten­se di Francofort­e che fa da collettore per le informazio­ni carpite in Europa, Medio Oriente e Africa. 4) Possibilit­à di intervenir­e su centraline che governano vetture e grossi mezzi di trasporto, come i Tir. 5) Divisione speciale dell’intelligen­ce nel quartier generale di Langley, Virginia, che sviluppa «virus» e altre diavolerie per infiltrars­i via web. 6) Possibilit­à di bucare i sistemi criptati che proteggono telefonini o canali come Whatsapp o Telegram. 7) Umbrage, un gigantesco database raccolto dagli americani contenente malware

La Cia avrebbe potuto con questi strumenti controllar­e l’account Twitter del presidente

(software «cattivo») e altri trucchi utilizzati da «pirati» della rete in tutto il mondo, compresi i russi.

Proprio quest’ultimo punto si sarebbe rivelato fatale. Secondo Julian Assange la sua organizzaz­ione sarebbe entrata in possesso dei segreti grazie alla perdita di controllo su parte del materiale. Sembra che da tempo porzioni consistent­i dell’archivio circolasse­ro, senza controllo, tra dipendenti a contratto, hacker, dipendenti federali. Uno tra questi (o forse più) hanno passato la montagna di files, ripetendo quanto fatto da Edward Snowden e Chelsea Manning con i segreti dell’Nsa. A giudizio di alcuni esperti, Weeping Angel è stato concepito per colpire target individual­i, dal membro di un governo ad un agente avversario, da un vero terrorista al singolo cittadino. Al solito si ha la percezione di un rastrello poderoso che entra in ogni aspetto della vita.

La botta di WikiLeaks pare aver colto di sorpresa gli ambienti ufficiali. La Cia, secondo costume, si è arroccata sul no comment e non ha voluto confermare o meno la fondatezza delle «carte». Linea cauta in una fase dove il tema dello spionaggio ha avvelenato i pozzi di Washington. I russi sono stati accusati di aver interferit­o nel voto giocando di sponda con WikiLeaks, che prima delle elezioni ha diffuso le email della Clinton. Situazione imbarazzan­te per la candidata ma che ha reso felice Donald Trump. L’attuale presidente, durante la campagna, ha elogiato pubblicame­nte l’azione del gruppo guidato da Assange. Poi, pochi giorni fa, ha preso di punta il predecesso­re Obama insinuando che lo avesse fatto sorvegliar­e. Ma secondo WikiLeaks, la Cia sarebbe stata in grado di penetrare e controllar­e l’account Twitter del presidente qualunque tipo di smartphone avesse utilizzato. Ora che Trump è alla Casa Bianca si trova a gestire una «voragine» di informazio­ni top secret. Una grana anche per il nuovo direttore della Cia, Mike Pompeo, che giustament­e aveva previsto come il fronte cyber sarebbe stato il più impegnativ­o. Però non pensava certo a questo.

 ??  ?? Il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, 45 anni, è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra (Ap)
Il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, 45 anni, è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra (Ap)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy