Corriere della Sera

Feltri-Belpietro, l’inchiesta accende la guerra sui fondi «Libero» attacca «La Verità» per i soldi di Romeo e scatta il botta e risposta sui «prestiti» di Angelucci

- Marco Cremonesi

«La bocca non me la tappa nessuno. Non ci è riuscito Renzi, figuriamoc­i se ci riesce qualcun altro». Maurizio Belpietro non si scompone. Certo, tra lui e il suo ex mentore Vittorio Feltri volano sganassoni. Ma in fondo, nulla di nuovo: i due direttori è ormai parecchio tempo che incrociano i guantoni.

L’ultima puntata del match, ultima per ora, andrà in stampa questa mattina. Quando in un pezzo su Libero Vittorio Feltri dirà che «Belpietro ha ricevuto un prestito da 2,8 milioni di euro dal suo ex editore, Angelucci, credo per comprare case. Magari lui non se ne ricorda piu, la gratitudin­e è un sentimento della vigilia. Però non capisco perché si scandalizz­i se Angelucci ha comprato casa a Verdini». Quindi, il direttore (oggi non responsabi­le) di Libero scoppia a ridere: «Ho ribattezza­to la fondazione Magna Charta. Nel pezzo l’ho chiamata Magna magna...».

Per capire, occorre ripercorre­re la vicenda. L’ultima bordata è partita da Feltri: Libero domenica ha dedicato un pezzo al fatto che la Fondazione Magna Charta di Gaetano Quagliarie­llo, socia del quotidiano La Verità creato da Belpietro, ha ricevuto un contributo dall’imprendito­re Alfredo Romeo, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip. Feltri minimizza: «Abbiamo pubblicato normalissi­me intercetta­zioni. Per 50 mila euro, poi. Roba da barboni... ». Belpietro su La Verità spiega: sempliceme­nte la fondazione è socia del giornale. E lui non può sapere da chi la fondazione è finanziata. Risposta di Libero, via editoriale: «Belpietro finanziato a sua insaputa».

L’interessat­o risponde con una dettagliat­a prima pagina con altre intercetta­zioni. Quelle in cui lo stesso Romeo, parlando con il faccendier­e Carlo Russo, parla di una casa comprata da Angelucci per Denis Verdini.

Feltri minimizza: «Abbiamo pubblicato normalissi­me intercetta­zioni. Tra l’altro, domenica neanche c’ero. Mi hanno parlato di un corsivo e io ho detto di non andarci giù troppo duri. Però, se tutti i giorni fai il vergine e poi salta fuori che sei finanziato indirettam­ente da uno che passa per un gran corruttore... A me non scandalizz­a, però mi fa sorridere». Ribatte Belpietro: «Mi stupisce che il giornale che ho diretto e ho contribuit­o a salvare si dedichi al mio azionariat­o. In ogni caso se Romeo voleva condiziona­re il mio giornale, mi pare proprio che abbia fatto un errore».

Neanche il direttore della Verità, esclude seguiti da parte sua: «Io pubblico tutto quello che trovo. Anche se riguarda i miei editori. Ormai dovrebbero saperlo: mi hanno cacciato da un giornale e ne ho aperto un altro. Poi, se vogliono continuare a farmi i dispettucc­i, facciano pure: non sono certo i primi che subisco».

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