I vaccini e l’ambiguità (populista) di Emiliano
Magari tre indizi non sempre fanno una prova. Ma, dopo l’infelice referendum sulle trivelle e la più recente sortita sull’eliminazione «alla cubana» degli stipendi per i politici, un ambiguo messaggio sulle vaccinazioni dei bambini delle materne giustifica qualche cattivo pensiero su Michele Emiliano, soprattutto nel mondo intossicato dal Congresso Pd. Il sospetto, accreditato anche dal renzianissimo Ivan Scalfarotto, è che il governatore pugliese, candidato contro Renzi alla guida del partito, lisci il pelo ai voti grillini su uno dei temi canonici (e più fasulli) della vulgata Cinque Stelle: l’inutilità, se non la pericolosità, dei vaccini. Come? Con un post in cui si ricorda che «non rientra nel programma di governo della Regione» vietare l’accesso in classe ai bambini non vaccinati, anche se «ciò non impedisce ai consiglieri regionali di presentare disegni di legge difformi...». Pilato puro. Il disegno di legge, firmato da due consiglieri della maggioranza di Emiliano, metterebbe la Puglia in linea con l’EmiliaRomagna nel tentativo di fermare il calo delle vaccinazioni, «scese ormai sotto la soglia di sicurezza», come ricorda Fabiano Amati, uno dei proponenti. Emiliano, giustamente reattivo quando il governo Renzi «dimenticò» una cinquantina di milioni destinati alla cura dei bambini malati a Taranto, la città dell’Ilva, pare ora assai più freddo su questo intreccio saluteinfanzia. Fa sapere che la faccenda verrà istruita in Consiglio regionale. E che bisogna bilanciare i diritti alla salute e all’educazione. Calma e gesso, via. Se poi un bimbo s’ammala, ci sarà pure una cura su Internet, no?