Corriere della Sera

«Rapporti Juve-boss». Poi la Figc frena

Le accuse del procurator­e federale. Agnelli: non ho mai incontrato mafiosi

- Marco Bardesono

«Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti, ricordo che non ho mai incontrato boss mafiosi». Dalle parole, Andrea Agnelli, presidente della Juventus, sembra quasi spazientit­o per il rincorrers­i di voci e dichiarazi­oni che attribuire­bbero alla società bianconera presunti rapporti con esponenti della ’ndrangheta.

Una storia vecchia di favori, biglietti e abbonament­i gratuiti per le partite di calcio che la giustizia ordinaria, la Procura di Torino, ha archiviato da mesi. Andrea Agnelli ribadisce quella parola «impossibil­e», ripetuta per ben quattro volte il 4 agosto 2016 quando un dirigente della società lo informò dell’inchiesta dei carabinier­i. «Impossibil­e», anche oggi. E «impossibil­e» anche dopo le dichiarazi­oni, smentite in serata, del procurator­e della Federazion­e calcio (Figc), Giuseppe Pecoraro, sentito ieri mattina dalla commission­e parlamenta­re Antimafia. «Dalla documentaz­ione arrivata dalla Procura di Torino — si leggeva ieri nei primi dispacci d’agenzia —, si evidenzia che Dominello Saverio padre e Dominello Rocco, figlio, sono rappresent­anti a Torino della cosca Bellocco-Pesce di Rosarno. Dominello Rocco ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di bagarinagg­io e biglietti e abbonament­i con il dottor Carugo, il dottor Merulla, il dottor D’Angelo e il presidente Agnelli».

Parole pesanti che, oltre ad Agnelli, chiamano in causa dirigenti di primo piano e il security manager della società, Alessandro d’Angelo, figlio dell’autista di Umberto Agnelli, amico di famiglia e uomo fidatissim­o dell’attuale presidente bianconero.

Poi, in serata, la rapidissim­a marcia indietro del procurator­e Figc: «Smentisco quanto mi è stato attribuito riguardo l’inchiesta in corso sui rapporti tra la Juventus e presunti esponenti delle criminalit­à organizzat­a. Dopo aver ricevuto gli atti dalla Procura di Torino e aver svolto le nostre indagini, stiamo valutando le memorie difensive della Juventus. È irresponsa­bile attribuirm­i dichiarazi­oni su fatti secretati».

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