La federazione (amministrativa) tra Normale e Sant’Anna
Baci e abbracci, lodi e inchini. Fraternità e uguaglianza nel nome dell’eccellenza. Eppure dietro la ritualità accademica, tra Normale e Sant’Anna spesso si nascondono (sana) competizione e rivalità. Che i vertici delle due super scuole smentiscono lasciando alla goliardia dei rispettivi studenti il compito di organizzare battaglie (clamorosa quella di Piazza dei Cavalieri a colpi di gavettoni) e dichiararsi i più eccellenti degli eccellenti. Così la notizia che i due piccoli atenei, circa seicento studenti per ogni scuola, si consorziano in un’unica federazione fa scalpore. Nasceranno un unico cda e alcuni diplomi universitari congiunti, cioè con il brand NormaleSant’Anna. Il ranking mondiale proietta i due istituti nella fascia alta degli atenei prestigiosi e proprio ieri, l’ultima valutazione di Times Higher Education dedicata alle piccole università, le classifica al 5° e al 6° posto. Un bel passo in avanti anche per gli studenti del vasariano Palazzo della Carovana, sede dell’ex scuola napoleonica, e per i «ragazzi» dell’antico convento che ospita la Sant’Anna. Anche se non sarà un’unificazione. I due istituti universitari continueranno ad avere autonomia, due rettori-direttori e storia diverse. E a competere, con una propria bandiera. L’unione amministrativa serve soprattutto a ottenere maggiori fondi statali e europei per la ricerca e la didattica che premiano anche le dimensioni di un ateneo. Non basta essere bravi e piccolini, bisogna crescere nei numeri. Ma le battaglie a colpi di gavettoni (e brevetti) non saranno cancellate.