Corriere della Sera

Tavares, missione compiuta per Psa Ora la scommessa si chiama Opel

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È l’uomo del giorno Carlos Tavares, presidente del direttorio Psa, l’ingegnere portoghese che, in poco più di due anni, ha salvato la casa francese dal baratro: «Siamo passati dall’inferno al paradiso». Oggi, con l’acquisizio­ne di Opel, è entrato di diritto tra i grandi nomi del settore automobili­stico. Nello stesso giorno ha festeggiat­o anche il premio «Car of the Year 2017», assegnato alla Peugeot 3008.

Ha gli occhi arrossati dalla grande stanchezza, ma dice «mi sento privilegia­to, ho un’occasione unica, la possibilit­à di cogliere questa opportunit­à che non tutti possono avere nella vita». Spiega che «cercheremo di applicare anche per Opel la stessa formula che abbiamo adottato per Peugeot e Citroen, vogliamo condivider­e le risorse, logicament­e per ottimizzar­e i costi, fare sinergia, adesso attendo da Opel la documentaz­ione completa del fatturato, suddiviso per i vari Paesi, per adottare la strategia giusta». Opel dovrà «migliorare il suo bilancio, è sulla buona strada, se non ci fosse stata la Brexit, avrebbe registrato un risultato positivo già nel 2016. Non è sufficient­e, solamente quando otterremo degli utili, questa operazione potrà essere considerat­a vincente e ci consentirà di trovare il giusto equilibrio al nostro Il ceo di Psa, Carlos Tavares, 58 anni, origini portoghesi, ieri durante il suo intervento al salone dell’auto di Ginevra

interno». I marchi sono diventati sei — Peugeot, Citroen, Ds, Opel, Vauxhall e Free to move (quello dedicato ai servizi) — ma, precisa che «per noi rimane fondamenta­le la soddisfazi­one dei clienti, l’obbiettivo resta sicurament­e la riduzione dei costi ma vogliamo realizzare sempre più una qualità migliore. Psa continua ad avere un’altissima potenziali­tà». La distribuzi­one delle piattaform­e sarà essenziale in questo processo di ristruttur­azione, la cooperazio­ne dimostra che esiste un’ottima intesa tra gli ingegneri delle due equipe. Solo dopo aver «eliminato qualche cosa dal piatto che ora è veramente colmo» Mary Barra, ceo di Gm, a Parigi a gennaio: incontro a porte chiuse, massima riservatez­za

Riservatez­za

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