Elettronica flessibile e bioplastiche La sfida dei materiali intelligenti
È la nuova frontiera della chimica che crea oggetti riciclabili e più resistenti
Possiamo rubare il titolo «Nuovo rinascimento» che Dolce e Gabbana hanno dato alla sfilata della Fashion Week di Milano per definire la trasformazione che sta interessando i materiali. La ricerca si sta direzionando verso una strada sensibile ai concetti di materialità e di tattilità, utilizzando al meglio le potenzialità dei materiali tradizionali per arrivare a realizzare materiali di nuova generazione.
«E il merito sta tutto nella chimica» per usare le parole di Maurizio Masi, direttore del dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica Giulio Natta del Politecnico di Milano. Ma dall’invenzione del moplen degli anni Cinquanta, che valse il premio Nobel a Giulio Natta, la ricerca chimica non si è più fermata e continua a fare da architrave a un made in Italy manifatturiero che attinge appieno nelle sue innovazioni per applicarle e farle diventare prodotti leader sui mercati globali.
Bioplastiche dagli scarti
«Occorrono fino a 4 anni di ricerca per arrivare ad avere un prodotto pronto per essere lanciato sul mercato — racconta Athanassia Athanassiou, ricercatrice IIT e responsabile del gruppo di ricerca Smart Materials — prendendo spunto dalla natura abbiamo riprodotto in laboratorio un rivestimento plastico biocompatibile, biodegradabile al 100%, ottenuto dalla buccia dei peperoni e dei pomodori, e che mantiene le proprietà del prodotto originario».
Ma con gli scarti, questa volta di caffè, si può addirittura rendere potabile l’acqua. Con aggiunta di zucchero e un legante in silicone si realizza una spugna in grado di trattenere i metalli pesanti. È già in corso il progetto di rivestire le discariche con questo filtrante per trattenere il percolato dei rifiuti, maggiore responsabile dell’inquinamento delle falde . Un’altra ricerca che può trovare molte applicazioni è quella di rendere la carta conduttiva, così da poter disegnare dei circuiti per creare l’elettronica flessibile biodegradabile.
L’obiettivo è arrivare a non avere più scarti di elettronica come gli enormi quantitativi che si sono accumulati in questi ultimi anni.
Il mondo dei compositi
I materiali compositi trovano applicazioni, anche di nicchia, e riescono a sfruttare i vantaggi delle materie plastiche e degli agenti di rinforzo. Sono materiali avanzati, utilizzati in settori di punta come In laboratorio Il gruppo Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (nella foto) ha creato rivestimenti bioplastici ispirati alle bucce di pomodoro e peperone
l’automotive, l’aerospaziale, l’aeronautica, la nautica: tutti comparti che vedono l’industria italiana ai primi posti al mondo.
«La ricerca dei compositi si sta concentrando soprattutto sull’utilizzo delle fibre naturali — spiega l’architetto Simonetta Pegorari, specialista in materiali compositi — lo sviluppo è determinato da un’aumentata consapevolezza ambientale e la domanda è in crescita grazie anche al basso costo, la riciclabilità, la biodegradabilità e la grande resistenza dei prodotti».
Smart material
Sono in corso diverse sperimentazioni per l’applicazione dei nuovi materiali anche in settori come l’abbigliamento, e la calzatura per portare anche in questi comparti soluzioni materiche ecosostenibili e innovative. «I materiali innovativi rappresentano, da sempre, uno dei principali asset dell’innovazione di processi e prodotti — afferma Emilio Bianchi, direttore di Senaf, la società che organizza Technology Hub (a Milano dal 20 al 22 aprile) — l’Italia, con il suo tessuto di piccole e medie imprese, può coglierne il potenziale e farsi driver della crescita, ma perché questo avvenga le aziende devono comprenderne le potenzialità, e in fiera avremo modo di dimostraglielo».