Napoli, inchino Real
Mertens illude e fa sperare nella rimonta Ma due colpi di testa di Ramos sono letali
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
C’è un giocatore del Real Madrid che, negli ultimi nove mesi, ha segnato un gol nella finale di Champions League, poi vinta ai rigori contro l’Atletico; ha salvato la sua squadra al 93’ dalla sconfitta in Supercoppa Europea contro il Siviglia, poi conquistata ai supplementari (3-2); ha dato una svolta forse decisiva alla Liga pareggiando all’89’ contro il Barcellona, al Camp Nou; ha tolto le castagne dal fuoco ieri a Napoli, con una doppietta, in una serata dove, per 50’, il Real sembrava quello con la maglia azzurra. Non stiamo parlando di un componente della famosa BBC (Bale, Benzema, Cristiano) e neppure di uno dei tanti centrocampisti offensivi alla corte di Zidane, ma di Sergio Ramos. Teoricamente un difensore. Praticamente un campione.
Il Napoli esce dalla Champions su due calci d’angolo e due zuccate dell’andaluso, la prima saltando più in alto di Albiol e la seconda sopra Koulibaly, sfruttando anche una leggera deviazione di Mertens (i parrucconi Uefa contabilizzano autogol), l’uomo che mezzora prima aveva fatto sognare l’impresa al pubblico del San Paolo. Questione di Dna. Questo è il Real: un anno fa eliminò la Roma (4-0) senza rubare l’occhio, quest’anno si è ripetuta contro il Napoli (6-2) più o meno nello stesso modo.
Per i partenopei, però, non è un addio ma un arrivederci, perché hanno fatto girare a lungo gli «huevos» al Real Madrid, dimostrando di non essere comparse in Europa, dove potranno tornare presto. Possibilmente con Sarri, che in questa partita ha messo più valore aggiunto di Zidane, mostrando una dimensione internazionale personale che era stata soltanto accennata.
Il Napoli ha giocato un gran primo tempo, sfruttando un piano semplice ma efficace: attaccare a sinistra lo spazio tra Modric e Casemiro in prima battuta e tra Carvajal e Pepe in seconda. La catena di gioco che si incarica del copione è formata da Ghoulam, Hamsik e Insigne, che va a cercare palla in posizione più centrale. L’azione del vantaggio azzurro, al 24’, è un libro aperto: Insigne riceve e scarica su Hamsik, aprendo lo spazio dove lo slovacco può servire, con tempismo,