Corriere della Sera

Il Barça crede nella remuntada: «Ne facciamo sei»

Al Camp Nou il Psg parte dal 4-0. Enrique non vuol lasciare da perdente: «Può accadere di tutto»

- Carlos Passerini

«Se c’è qualcuno che può riuscirci, siamo noi» risponde Luis Suarez guardando di traverso il cronista che gli chiede quante effettive possibilit­à ci siano per il Barcellona di rimontare lo 0-4 dell’andata. Stasera al Camp Nou, nella seconda manche dell’ottavo più assurdo del tabellone di Champions, il Psg di Emery parte con un vero e proprio oceano di vantaggio.

Impossibil­e da attraversa­re? Secondo molti sì, a partire dal sito dell’Uefa che qualche giorno fa ha ricordato — con la freddezza tipica delle statistich­e — come nella storia delle coppe europee nessuna delle 58 squadre sconfitte 4-0 all’andata sia riuscita poi a passare il turno. «Il Barça gioca contro la storia» titolava ieri El País, primo quotidiano generalist­a spagnolo, scettico sull’impresa Impresa Nato a Gijon nel 1970, Luis Enrique allena il Barça dal 2014: con i catalani ha vinto anche una Champions. A giugno lascerà il club (Afp)

dei catalani. Eppure rispetto al colossale fiasco del Parco dei Principi qualcosa sembra cambiato, a partire dall’umore della truppa culé che secondo i giornali più vicini alle cose della Masia è tornata a credere nella grande impresa: «Come se l’annuncio dell’addio a giugno di Luis Enrique avesse liberato lo spogliatoi­o», la tesi di Sport. Ci credono i giocatori (11 gol segnati nelle ultime due partite di Liga, 6-1 al Gijon e 5-0 al Celta, doppio messaggio chiaro), ci credono i tifosi (per stasera è prevista una coreografi­a con 80 mila bandierine e un gigantesco striscione 45x46 metri con la scritta Tots amb l’Equip, «tutti con la squadra») e sembra crederci soprattutt­o Luis Enrique, che non vuole andarsene da perdente. Proprio tra l’andata e il ritorno il tecnico asturiano ha messo in chiaro i suoi progetti esistenzia­li per il futuro, forse addirittur­a un anno sabbatico come fece a suo tempo Guardiola, a dimostrazi­one di come quella panca andrebbe classifica­ta come lavoro usurante. «Non mi importa fare la storia, voglio superare il turno — ha detto —. Il Camp Nou si trasformer­à in una pentola a pressione e ci aiuterà. Non abbiamo nulla da perdere. E se una squadra può farci quattro reti, noi possiamo farne sei».

Parigi è avvisata. Quattro gol di vantaggio sono tanti. Ma saranno abbastanza?

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