Corriere della Sera

Mazzetta agli Asian Games, i guai indonesian­i di Thohir

Indagati tre membri del comitato olimpico guidato dall’ex proprietar­io dell’Inter che sarà interrogat­o

- Guido De Carolis

Non è indagato. Però il presidente dell’Inter Erick Thohir è «pronto ad andare in prigione se verrà dimostrato che ho commesso un errore». A coinvolger­e il 46enne magnate indonesian­o in uno spinoso caso di corruzione è l’organizzaz­ione degli Asian Games 2018, l’Olimpiade asiatica che combina sport classici (nuoto, atletica, ciclismo) e discipline più orientali e vedrà la partecipaz­ione di 10mila atleti da 45 Paesi.

La polizia di Giacarta sta indagando su tre casi di corruzione all’interno del Koi, il comitato olimpico indonesian­o di cui Thohir è presidente dal 31 ottobre 2015. Sotto accusa sono finiti (arrestati lo scorso dicembre) il segretario generale Dody Iswandi e il tesoriere Anjas Rivai, indagato è invece Agus Ikhwandel, responsabi­le del marketing. Secondo gli inquirenti avrebbero distratto circa 300 mila euro dai fondi per il programma di eventi dei Giochi Asiatici coospitati dalle città di Giacarta e Palemban e in programma dal 18 agosto al 2 settembre 2018, dopo la rinuncia del Vietnam che se li eri aggiudicat­i per il 2019.

La polizia ha già sentito parecchi Saranno oltre 2.700 atleti con e senza disabilità intelletti­va a partecipar­e dal 14 al 25 marzo ai Giochi mondiali invernali Special Olympics in Austria. Presente anche una delegazion­e italiana di cui fanno parte Daniele Carlini e Luciano Ragghianti, i due atleti «adottati» da Snai tramite la donazione della IZilove Foundation. Evento internazio­nale che mira a dare ulteriore visibilità alle politiche mondiali sull’inclusione, oltre a cercare di abbattere ogni pregiudizi­o e forma di emarginazi­one. Alla mattinata romana in cui sono stati presentati i Giochi , ha partecipat­o assieme al presidente In visita Erick Thohir alla Pinetina con il tecnico nerazzurro Pioli (Getty Images) Ferdy Irawan al Jakarta Post. Sarà il primo colloquio per il presidente dell’Inter con gli inquirenti dell’anticorruz­ione.

Una brutta storia per Thohir, convinto comunque di non avere nulla da temere. «Noi rispettiam­o la legge e se verrà dimostrato che ho commesso un errore sono pronto a essere punito. Questa situazione non deve essere strumental­izzata a livello politico, ma se mi sto sbagliando sono disponibil­e ad andare in prigione», ha detto sicuro l’ex proprietar­io nerazzurro che il 6 giugno 2016 ha ceduto circa il 70% delle quote del club al colosso cinese Suning.

L’Inter ha tenuto a precisare che «Thohir non è indagato». Di certo Suning, molto attenta all’immagine, non avrà gradito la pubblicità negativa. Sempre meno coinvolto nelle scelte societarie dopo la cessione e soprattutt­o dopo il naufragio dell’allenatore De Boer da lui voluto e poi esonerato, Thohir rischia di chiudere in fretta (già entro giugno) la sua avventura nell’Inter, iniziata il 15 novembre 2013, quando rilevò la maggioranz­a da Massimo Moratti.

Thohir Se verrà dimostrato che ho commesso un errore sono pronto ad andare in prigione

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