Corriere della Sera

I leader populisti e la vulnerabil­ità

- Di Federico Fubini

Igrafici sull’inflazione e i sondaggi sui partiti populisti mostrano andamenti opposti. I prezzi salgono, i leader anti Ue sono vulnerabil­i.

Prendete i sondaggi olandesi, sovrappone­teli a un grafico dell’inflazione e scoprirete perché forse non dobbiamo morire populisti. Non inevitabil­mente, per lo meno. Se vale la definizion­e dello studioso Luigi Guiso («il populismo propugna misure immediate di protezione senza curarsi dei costi futuri»), allora la categoria ha vissuto giorni migliori. Oggi non sembra né invulnerab­ile, né inarrestab­ile come erano state nel 2016 la Brexit e la campagna di Donald Trump. In Olanda ad esempio il partito della Libertà di Geert Wilders propone di portare il Paese fuori dall’Unione Europea, ma dall’inizio dell’anno è in caduta continua nei sondaggi: giù dal 35% al 22%, in vista del voto alle politiche di domani. In Germania Alternativ­e für Deutschlan­d è almeno altrettant­o contraria all’apertura al resto d’Europa, ma ha passato anch’essa momenti più brillanti: all’inizio dell’anno i sondaggi la davano al 15%, dall’inizio di questo mese è all’8%. Persino Marine Le Pen del Front National, l’ispiratric­e di Wilders, intimidisc­e un po’ meno di prima. Le Pen non è più sicura di piazzarsi in testa al primo turno delle presidenzi­ali, perché il centrista Emmanuel Macron ormai la insidia e a volte la supera nei sondaggi; e al secondo turno il suo distacco da quest’ultimo è in aumento, non in calo. Naturalmen­te niente di tutto questo è definitivo, anzi è possibile che queste forze mettano a segno altre sorprese. Ma per ora rallentano e parte della ragione forse è proprio in quei grafici sull’inflazione che riprende un po’ di vita. Quando infatti la dinamica dei prezzi va sotto zero e si rischia la deflazione, i ricavi delle persone comuni arretrano mentre gli interessi sul loro mutuo no. Allora i debiti pesano di più e rendono tutto il resto più difficile da sopportare: anche gli immigrati e il «mostro di Bruxelles». Oggi in Francia il debito delle famiglie supera il reddito disponibil­e (secondo l’Ocse), in Olanda addirittur­a è quasi il triplo di quello. Non dev’essere un caso se dal 2015 assistiamo all’effetto altalena: Wilders sale nei sondaggi quando il carovita scende. Ma ora che la minaccia della deflazione sembra sepolta, neanche lui e Marine Le Pen si sentono tanto bene.

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