I leader populisti e la vulnerabilità
Igrafici sull’inflazione e i sondaggi sui partiti populisti mostrano andamenti opposti. I prezzi salgono, i leader anti Ue sono vulnerabili.
Prendete i sondaggi olandesi, sovrapponeteli a un grafico dell’inflazione e scoprirete perché forse non dobbiamo morire populisti. Non inevitabilmente, per lo meno. Se vale la definizione dello studioso Luigi Guiso («il populismo propugna misure immediate di protezione senza curarsi dei costi futuri»), allora la categoria ha vissuto giorni migliori. Oggi non sembra né invulnerabile, né inarrestabile come erano state nel 2016 la Brexit e la campagna di Donald Trump. In Olanda ad esempio il partito della Libertà di Geert Wilders propone di portare il Paese fuori dall’Unione Europea, ma dall’inizio dell’anno è in caduta continua nei sondaggi: giù dal 35% al 22%, in vista del voto alle politiche di domani. In Germania Alternative für Deutschland è almeno altrettanto contraria all’apertura al resto d’Europa, ma ha passato anch’essa momenti più brillanti: all’inizio dell’anno i sondaggi la davano al 15%, dall’inizio di questo mese è all’8%. Persino Marine Le Pen del Front National, l’ispiratrice di Wilders, intimidisce un po’ meno di prima. Le Pen non è più sicura di piazzarsi in testa al primo turno delle presidenziali, perché il centrista Emmanuel Macron ormai la insidia e a volte la supera nei sondaggi; e al secondo turno il suo distacco da quest’ultimo è in aumento, non in calo. Naturalmente niente di tutto questo è definitivo, anzi è possibile che queste forze mettano a segno altre sorprese. Ma per ora rallentano e parte della ragione forse è proprio in quei grafici sull’inflazione che riprende un po’ di vita. Quando infatti la dinamica dei prezzi va sotto zero e si rischia la deflazione, i ricavi delle persone comuni arretrano mentre gli interessi sul loro mutuo no. Allora i debiti pesano di più e rendono tutto il resto più difficile da sopportare: anche gli immigrati e il «mostro di Bruxelles». Oggi in Francia il debito delle famiglie supera il reddito disponibile (secondo l’Ocse), in Olanda addirittura è quasi il triplo di quello. Non dev’essere un caso se dal 2015 assistiamo all’effetto altalena: Wilders sale nei sondaggi quando il carovita scende. Ma ora che la minaccia della deflazione sembra sepolta, neanche lui e Marine Le Pen si sentono tanto bene.