Corriere della Sera

La rabbia di Luigi e Gabriella «Così ci impediscon­o di darle il nostro amore»

La coppia non ha contatti con la figlia da 4 anni: non ci arrendiamo

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Insieme Luigi Deambrosis, 75 anni, e sua moglie Gabriella Carsano, 63: sono diventati genitori nel 2010 dichiarata adottabile.

Il tempo è sempre stato il loro nemico più feroce. È da quando la piccola è arrivata nelle loro vite che lo sentono pesare addosso, insopporta­bile. Sono anni che la Giustizia gli ricorda che il loro tempo non sta passando, sta finendo. Anni a sentirsi dire che, se la loro bambina tornasse a casa, il rischio sarebbe creare quel paradosso per cui sono i bimbi a occuparsi dei genitori.

«Ma i periti della corte d’Appello hanno detto che siamo a posto, che non abbiamo nessuna patologia, che non siamo due genitori indegni e che l’età non conta» prova a ragionare Luigi alzando la testa. «Conta l’amore che le avremmo dato» per dirla con vecchie parole di Gabriella che adesso non è a casa.

Luigi non fissa più la punta dei suoi scarponi. Piange e guarda un pezzetto del suo giardino appena seminato. Ha degli ematomi fra il naso e l’occhio destro. «È una cosa da niente, mi sono fatto male lavorando in campagna» si giustifica, «tempo qualche giorno e passa tutto, e invece mi sa che quell’altro dolore non passerà mai».

L’altro dolore ha una faccina e una famiglia che Luigi e Gabriella non conoscono. Non sanno niente delle persone che stanno crescendo la loro figlia e non la vedono da più di quattro anni. «Noi siamo la mamma e il papà, capisce? Provi a immaginare che cosa significhi non vederla più...».

Con gli occhi pieni di lacrime Luigi ribadisce che «anche la Cassazione ha detto che l’età non conta e che non siamo genitori indegni. Io non sono un avvocato e non so a questo punto che cosa si possa fare ma quello che so è che non tiriamo su nessuna bandiera bianca. Non ci arrenderem­o neanche stavolta, ci mancherebb­e altro».

A Mirabello — era già successo in passato — sono schierati tutti con loro, ma è una magra consolazio­ne: «Purtroppo lei sa meglio di me che questo non conta proprio niente». Sembra sfinito, Luigi. Le parole con il contagocce. Dice che «la notizia l’ho sentita alla radio», giura che «prima o poi ce la faremo» e ripete che non sa spiegarsi «perché ci hanno fatto di nuovo tutto questo». Non capisce perché, ieri, ancora una volta la Giustizia ha preso le loro speranze e le ha fatte a pezzi.

I periti della Corte d’Appello hanno detto che siamo a posto, che non siamo genitori indegni Questo dolore non passerà mai Provi a immaginare cosa vuol dire non vedere più una figlia

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