Corriere della Sera

«Il verdetto doveva essere più rapido È un trauma»

- Alessandro Fulloni

Cosa succede nella testa di un piccolo che tra i quattro e i sette anni passa da una coppia di genitori all’altra sulla base di sentenze di tribunale? «Sappiamo che queste separazion­i possono essere vissute dai bambini come un abbandono, un trauma» risponde Anna Oliverio Ferraris, psicoterap­euta, professore­ssa di Psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma. I bimbi «poi naturalmen­te si riassestan­o nella nuova famiglia, come succede anche nelle situazioni di adozione». «Dopodiché un altro cambiament­o pone dei problemi, perché i primi anni di vita sono molto delicati. Si formano fortissimi legami affettivi, quelli di attaccamen­to, con gli adulti

Esperta Anna Oliverio Ferraris è psicologa, psicoterap­euta e docente universita­ria

che si prendono cura dei piccoli». Ecco perché ogni separazion­e provoca «sofferenza, andando a incidere alla radice del loro senso di sicurezza e della loro identità, anche familiare». «Sono cambiament­i pesanti e questioni delicate: bisogna stare molto attenti» osserva la psicoterap­euta dell’infanzia. Che ha una certezza: «In questi casi, quando è in gioco il futuro dei bambini in età prescolare, e parlo da un punto di vista generale, la giustizia dovrebbe essere molto più rapida». Nella ricerca, complicata, di soluzioni, «bisognereb­be sempre pensare che i bambini hanno un bisogno importanti­ssimo di stabilità. Sarebbe opportuno che venisse mantenuta una famiglia allargata, che le coppie di genitori, vecchi e nuovi, si parlassero e che il piccolo potesse avere un facile accesso sia agli uni che agli altri, magari visti come zii. Indispensa­bile l’aiuto di uno psicologo. Perché prima o poi il problema verrà fuori».

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