«Il verdetto doveva essere più rapido È un trauma»
Cosa succede nella testa di un piccolo che tra i quattro e i sette anni passa da una coppia di genitori all’altra sulla base di sentenze di tribunale? «Sappiamo che queste separazioni possono essere vissute dai bambini come un abbandono, un trauma» risponde Anna Oliverio Ferraris, psicoterapeuta, professoressa di Psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma. I bimbi «poi naturalmente si riassestano nella nuova famiglia, come succede anche nelle situazioni di adozione». «Dopodiché un altro cambiamento pone dei problemi, perché i primi anni di vita sono molto delicati. Si formano fortissimi legami affettivi, quelli di attaccamento, con gli adulti
Esperta Anna Oliverio Ferraris è psicologa, psicoterapeuta e docente universitaria
che si prendono cura dei piccoli». Ecco perché ogni separazione provoca «sofferenza, andando a incidere alla radice del loro senso di sicurezza e della loro identità, anche familiare». «Sono cambiamenti pesanti e questioni delicate: bisogna stare molto attenti» osserva la psicoterapeuta dell’infanzia. Che ha una certezza: «In questi casi, quando è in gioco il futuro dei bambini in età prescolare, e parlo da un punto di vista generale, la giustizia dovrebbe essere molto più rapida». Nella ricerca, complicata, di soluzioni, «bisognerebbe sempre pensare che i bambini hanno un bisogno importantissimo di stabilità. Sarebbe opportuno che venisse mantenuta una famiglia allargata, che le coppie di genitori, vecchi e nuovi, si parlassero e che il piccolo potesse avere un facile accesso sia agli uni che agli altri, magari visti come zii. Indispensabile l’aiuto di uno psicologo. Perché prima o poi il problema verrà fuori».