Non si può non sentirsi italiani
Caro Aldo, a proposito delle grandi élite risorgimentali italiane, lei non cita la storia nascosta dei tanti misfatti e soprusi commessi per unificare i vari Stati della penisola. Le grandi élite di allora fecero e organizzarono pure quelli! Anche l’annessione del Veneto fu preceduta da intrighi, brogli e intimidazioni alle autorità civili e religiose. La nostra è una Repubblica fondata sul lavorio delle cosche e delle corporazioni. Amen (da un veneto che non si sente italiano)!Giuseppe
Zaro Treviso Caro Giuseppe, lei non si sente italiano ma purtroppo, o per fortuna, lo è.
VIOLENZA VERBALE
M5S e governo Gentiloni Caro Aldo, ho assistito alla requisitoria violenta e asperrima, nella forma e nel contenuto, del deputato Luigi Di Maio contro il governo Gentiloni. Ho ascoltato quelle parole con sgomento sovvenendomi di quelle pronunciate da un altro populista che, in anni ormai lontani, definì «grigia e squallida» l’aula di Montecitorio. Sono i prodromi di un nuovo ventennio?
Angela Perlingieri
Ma no. Non c’è nessun ventennio alle porte. I 5 Stelle potranno anche andare al governo: è possibile, forse probabile. Ma dureranno sei mesi. Poi arriverà il fondo monetario. E saranno dolori.
IL MIO SOSTEGNO
«Grazie, caro marito» Mentre tutte le donne si lamentano dei loro uomini, che sono noiosi, che sono pigri, che non alzano un dito dentro casa, io voglio pubblicamente ringraziare mio marito che nei lavori domestici è più bravo di me, che con nostro figlio è più amorevole e paziente di me, che è instancabile, che non si lamenta mai anche quando il mio carattere spinoso lo manda fuori di testa. Che non brontola di cosa c’è per cena, che quando la sera viene a letto, mentre io crollo addormentata, lui mi fa una carezza; che se sto male mi sostiene. Grazie marito mio: che sei la mia forza! Ilaria Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
quello che è successo a Napoli poteva essere evitato, se il sindaco non avesse sostenuto i gruppi che volevano impedire a Salvini di parlare ai napoletani desiderosi di ascoltarlo. Abbiamo il nuovo Masaniello? Io condivido la decisione del ministro dell’Interno di far svolgere il comizio al leghista. Altrimenti sarebbe una resa e la fine della nostra libertà.
Caro Annibale,
La prima volta che un leader leghista si affacciò a Napoli era il 2001. Bossi partecipò al congresso di An, con cui si era alleato. Il giorno prima lo intervistai al telefono; lui assicurò di amare Napoli e di sapere anche tutte le canzoni napoletane a memoria. Un grande inviato teorizzò che in fondo Bossi era un mediterraneo nell’animo e quindi la capitale del Sud l’avrebbe accolto come uno dei suoi.
«Scurnacchiate!», «tornatene in Padania!» gli urlarono nei vicoli i contestatori, che lo misero in fuga. Ma si trattava di una protesta spontanea, non organizzata come quella contro Salvini. De Magistris ha fatto come la Raggi con i tassisti: prima ha dichiarato di essere al fianco dei centri sociali; poi, dopo le violenze, ne ha preso le distanze. Troppo tardi.
La verità è che prima o poi nascerà una Lega Sud. Troppo grande è il risentimento verso il Nord, troppo grave il disagio vissuto in molte aree (non tutte) del Mezzogiorno. Ma la Lega Sud non può essere il sottoprodotto di un partito del Nord. Non può essere Salvini a fondarla, e neanche un uomo di Berlusconi (in passato ci provò Micciché). Non può che essere un populista napoletano. De Magistris ci proverà. Magari in coppia con Emiliano. (Ovviamente si tratta di una previsione, non di un auspicio). Resta il fatto che Salvini ha cambiato strategia. Bossi voleva staccare il Nord dal resto d’Italia per restare nell’euro. Salvini vuole ricompattare lo Stato nazionale portandolo fuori dall’euro. E se necessario è disposto a fare un tratto di strada con i grillini, dopo il voto. Salvini, Berlusconi e Meloni faranno un’alleanza elettorale per ottenere il massimo numero possibile di seggi; poi se la giocheranno ognuno per sé. E i sovranisti potranno avere in Parlamento più forza dell’alleanza annunciata tra Berlusconi e Renzi.