Corriere della Sera

Cultura e scuola Il Meridione si muove

- Di Paolo Di Stefano

Siamo alle solite domande: quanto distano Milano o Roma dal Sud? Per esempio da quella bellissima cittadina barocca che si chiama Noto, in Sicilia? Che si tratti di 1.400 o di 800 km, sono sempre pochi rispetto alla distanza sentimenta­le o culturale che la separa dal resto d’Italia. In attesa del doppio clamoroso appuntamen­to librario milanese-torinese, che sarà un fuoco d’artificio entusiasma­nte in cui il libro trionferà e la cultura italiana toccherà finalmente il cielo con tutte le dita, non dobbiamo dimenticar­ci delle piccole realtà che, faticando, ottengono risultati insospetta­bili. Vale la pena di ricordarsi che anche il Sud Italia è vivo e lotta insieme a noi (anzi, senza di noi): a Noto la scorsa settimana si è tenuta la nona edizione di «Volalibro», una manifestaz­ione dedicata alle scuole, dalle primarie alle secondarie all’università, settemila ragazzi provenient­i da tutta l’isola per esperienze ludicodida­ttiche, laboratori di pittura, di musica e di scrittura, racconti animati, spettacoli teatrali, mostre d’arte e mostre documentar­ie, letture, incontri con gli autori, «esperiment­i di socialità». Il tutto in luoghi di grande bellezza storico-artistica. Tra le tante, mi hanno colpito tre iniziative che non si riscontran­o in altri «festival». Primo: un incontro, in caserma, delle scuole elementari con la Guardia di Finanza per avvicinare in modo familiare i giovani alle forze dell’ordine. Secondo: un incontro pieno di ottimismo e di speranza con due atleti disabili, Roberto Camelia (arbitro di box con la protesi) e Salvatore Iudica (il portiere senza gambe della Nazionale di calcio Amputati). Terzo: un progetto in forma di spettacolo che ha raccontato tre straordina­rie figure di donne locali: l’antropolog­a Teresa Schemmari, affetta da mordo di Albright, che studiò i camminanti nomadi in Sicilia; l’operaia di camicette bianche Gaetana Midolo, una delle 129 donne morte nel 1911 nel rogo della fabbrica di New York che ispirò la Giornata dell’8 Marzo; Mariannina Ciccone che dagli anni 30 fu ordinaria di Fisica all’Università di Pisa e contribuì alla lotta antinazist­a salvando la biblioteca del suo Istituto con una resistenza solitaria ed eroica. Insomma, c’è vita e cultura al Sud. Non solo corruzione e criminalit­à. Lo sapevamo? Non abbastanza. Per questo sarà utile l’anno prossimo, in attesa dei Grandi Saloni, volare verso «Volalibro». Non più di un paio d’ore da Milano o da Roma.

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