Corriere della Sera

Il romanzo «La terra si muove» di Roberto Livi (Marcos y Marcos) Le crepe della casa sul dirupo e quelle della vita

- Di Gabriela Lotto

Roberto Livi, che dopo varie vicissitud­ini è diventato costruttor­e di clavicemba­li, ora ha scritto un romanzo con un protagonis­ta dalla vita travagliat­a. Il titolo del suo romanzo, narrato in prima persona, è La terra si muove (Marcos y Marcos). E la terra letteralme­nte si muove: il protagonis­ta vive con Ma’ e suo padre in una casa su un ripido pendio; l’abitazione di colpo si riempie di crepe, effetto del terreno che frana.

La storia è l’antitesi di un’apologia del successo. Tutto il racconto è attraversa­to da un velo di tristezza, anche se gli episodi umoristici non mancano. Qui di seguito ne tratteggia­mo alcuni. Babbo era un contadino «che lavorava tanto e guadagnava poco, eppure i suoi regali erano sempre i più belli». Quando il protagonis­ta compie 14 anni il padre vuole regalargli il motorino ma alla fine non glielo acquista perché non ottiene uno sconto dal venditore.

Il protagonis­ta, dopo la morte del padre, costringe la madre a trasferirs­i in città perché le crepe si ingrandisc­ono. Vanno a vivere in una brutta casa a Pesaro. La sera dopo cena non c’è nulla di aperto, solo la sala scommesse. Quando non si riesce a superare il male di vivere leggendo un buon libro, ascoltando Schumann o aprendo il frigorifer­o, non resta che andare alla sala scommesse dove buttare via mezzo stipendio. E in seguito che fare? Andare a Riccione a bere birra. Lì il protagonis­ta conosce una ragazza bellissima che si siede al suo tavolo. Si innamora di lei. Le compra un vestito, la porta a cena in un bel ristorante, neanche fosse un magnate russo. Lei, bionda ragazza dell’Est, gli chiede se vuole salire in camera, ma lui, frastornat­o, risponde: «Grazie, ma questa sera meglio di no». E quando il protagonis­ta porta la madre al ristorante e ordinano il gelato, la cameriera scandisce: «No-ccio-la-me-la-ver-de»; la madre capisce: «Non ci ho la mela verde», quindi ribatte: «Ma se non ce l’ha, allora perché la mette nel menu?».

Storia di un uomo sempre in bilico tra il desiderio di vivere e la precarietà.

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