Corriere della Sera

Conte, il nuovo re inquieto d’Inghilterr­a

- A.b.

Allegri con la Juventus, Ancelotti con il Bayern Monaco, Conte con il Chelsea. Tre dei cinque più importanti campionati europei premiano il made in Italy. Siamo un Paese di allenatori. I migliori al mondo grazie alla passione per la tattica e alla cura maniacale dei dettagli. Grazie, soprattutt­o, alla scuola di Coverciano. Ma se i successi di Max e Carletto seguono il principio della logica, visto lo strapotere di Juventus e Bayern in Italia e Germania, Conte sta superando se stesso. Il suo impatto sul calcio inglese è stato straordina­rio: comanda la Premier più difficile degli ultimi anni con 10 punti di vantaggio su Manchester City e Tottenham ed è in semifinale di Fa Cup, che a Londra vale quanto il campionato. Conte ha cancellato Mourinho sul campo e fuori, mostrando il ghigno (le foto sono emblematic­he) al più famoso e mediatico fra gli allenatori. Diciamoci la verità: in quanti, una volta a Londra, in una città nuova e in un calcio diverso, avrebbero cercato l’appoggio di Mou che di Stamford Bridge è stato il re indiscusso dell’era Abramovich? Non Conte. Lui si fida solo di se stesso, del lavoro, della sua passione. L’integralis­mo è la sua forza. Se piace, bene. Se non piace fa lo stesso. Dà tutto se stesso e tutto, all’improvviso, ti toglie: è successo alla Juventus e anche con la Nazionale dopo l’Europeo. I Blues sognano di fare il double, ma intanto i tifosi già temono di perdere il nuovo condottier­o. Antonio vuole un Chelsea più forte per la Champions League. Abramovich lo ha già tradito a gennaio, evitando di rinforzare la squadra e rompendo una promessa: se non apre il portafogli­o, Conte se ne va.

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